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264 | l'istoria del concilio di trento |
anzi si faceva sempre peggiore, mentre che la religione si
poteva prender per pretesto. Che a questo bisognava provvedere; il che per il passato non era stato ben incamminato,
perché li papi non avevano avuto altro fine che tener li principi in guerra; e li principi, pensato di raffrenar il male con
le pene, non aver sortito il fine desiderato: né li magistrati
in proceder con equitá, né li vescovi con far il suo debito
hanno corrisposto. Il rimedio principale esser il ricorrer a
Dio, congregar di tutto il regno uomini pii per trovar via di
estirpar li vizi degli ecclesiastici, proibir le canzoni infami e
impudiche, e in luoco di quelle instituir i salmi e inni sacri
in volgare; e se quella interpretazione che va attorno non
par sincera, levar gli errori e lasciar correr per mano di tutti
le parti buone. Un altro rimedio esser il concilio generale,
sempre usato per compor simil differenze; non saper veder
come la conscienzia del pontefice possa quietarsi pur per un
momento, vedendo ogni giorno perir tante anime: e se non
si può ottener il concilio generale, coll’esempio di Carlo
Magno e Lodovico Pio congregar il nazionale. Esser grave
error di quelli che turbano la quiete pubblica con le armi
sotto pretesto di religione, cosa sempre aborrita dalla antichitá; ma non esser minor error di quelli che condannano a
morte li aderenti alla nova dottrina per sola opinione di pietá;
perché, andando costantemente alla morte e sprezzando la iattura delli loro beni, irritano l’animo della moltitudine, e fanno
venir volontá di sapere che fede è quella per quale sono
volontariamente tollerati tanti mali.
In conformitá parlò anco dopo lui Carlo Marilacco vescovo di Vienna, lodando il rimedio del concilio generale, ma soggiongendo che si può piú desiderar che sperare, avendosi veduto le difficoltá solite nascere in tal negozio, e quante fatiche Carlo V per ciò ha preso, e come sia stato deluso dai pontefici; oltre che il male di Francia è tanto acuto, che non vi è tempo di chiamar medico da lontano. Però doversi ricorrere al concilio nazionale, solito usarsi altre volte nel regno; essendo chiaro che da Clodoveo sino a Carlo Magno, e poi