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276 l'istoria del concilio di trento


anco le eresie di Lutero, che fu poi seguito da Zuinglio ed altri. In fine dimandò che fossero confermate tutte le immunitá e privilegi all’ordine ecclesiastico e levatoli tutte le gravezze.

Il re ordinò che li prelati si mettessero in ordine per andar al concilio che era intimato a Trento; comandò che tutti li prigioni per causa di religione fossero liberati, annullati li processi contra loro formati, e perdonate le transgressioni sino allora commesse, e restituiti li beni. Statuí pena capitale a quelli che si offendessero in fatti o in parole per causa di religione. Ammoní tutti a dover seguitar li riti usitati nella Chiesa, senza introdur alcuna novitá. E si differí il rimanente delli Stati sino al maggio prossimo, quando anco s’avesse a trattar della supplica presentata dal Roccaforte.

Ma udita la morte del re Francesco, insieme con l’avviso del Cardinal di Tornon che la regina s’era congionta col Navarra, fu travagliato il pontefice nell’animo, temendo che non rilasciassero maggiormente la briglia a’ protestanti. Per il che mandò Lorenzo Lenzio vescovo di Fermo, e fu autore che dal re di Spagna fosse mandato Gioanni Manriquez per consolar la regina della morte del figlio e far uffici, pregandola d’aver per raccomandata la religione nella quale era nata ed educata. Si raccordasse dei grandi e supremi benefici ricevuti dalla sede apostolica per mezzo di Clemente, e non permettesse tanta licenza che nascesse scisma, né cercasse rimedi ai mali presenti e imminenti altrove che dalla Chiesa romana; che perciò era intimato il concilio; ma fra tanto ella provvedesse che il regno non s’allontanasse dalla pietá e non fosse fatto pregiudicio alcuno al concilio legittimo intimato.

In questo stato di cose finí l’anno 1560, lasciate le disposizioni di onde ne dovessero seguir molto maggiori. L’anno seguente il Manriquez, giorno in Francia ed esposta la sua credenza, e avuta dalla regina, in materia della religione e del concilio, pia e favorevole risposta, e del medesimo soggetto (secondo che li accidenti porgevano occasione) di novo parlando, esortava continuamente la regina a proceder con