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328 l'istoria del concilio di trento


Il parlamento di Parigi fece molte repugnanze nell’accettar l’editto; per il che il re di novo comandò che fosse pubblicato, aggiongendoci una condizione: che s’intendesse esser per maniera di provvisione, aspettando la determinazione del concilio generale, o vero sin che altramente dal re fosse ordinato, non intendendo d’approvar due religioni nel suo regno, ma quella sola della santa madre Chiesa, nella quale esso e li suoi precessori sono vissuti. Sopra che non restando il parlamento ben d’accordo, il re comandò che, tralasciate tutte le longhezze e difficoltá, l’ordinazione fosse pubblicata; onde a’ 6 di marzo cosí fu esequito, con questa clausola, che il parlamento verificava le lettere regie per obedir al re, considerato lo stato dei tempi, senza però approvar la nova religione, e per modo di provvisione, sin che dal re fosse altramente ordinato.

Ma ritornando a Trento, il dí 27 gennaro si fece congregazione, dove dalli legati furono fatte tre proposizioni: la prima, di esaminar i libri scritti da diversi autori dopo nate le eresie, insieme con le censure delli cattolici contra di quelli, a fine di determinare quello che la sinodo debbia decretare sopra di essi; la seconda, che fossero citati per decreto della sinodo tutti gl’interessati in quella materia, acciò non possino dolersi di non esser stati uditi; la terza, se si dovevano invitar a penitenza con salvocondotto e ampia concessione e promessa di grande e singolar clemenzia li caduti in eresia, pur che voglino pentirsi e riconoscere la potestá della Chiesa cattolica: con ordine che li padri, considerate le proposte, nella congregazione seguente dicessero il loro parere, cosí sopra il modo di espedirsi facilmente nell’esamine de libri e censure, come sopra il rimanente. E si deputò prelati a ricever ed esaminar li mandati ed escusazioni di quelli che pretendevano impedimenti per non andar al concilio.

Questo loco ricerca che dell’origine del proibir libri si ragioni, e con che progresso sia gionto allo stato in che si trovava in questo tempo, e che novo ordine fosse allora preso. Nella Chiesa de’ martiri non fu proibizione alcuna ecclesiastica;