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l'istoria del concilio di trento |
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arcivescovo di Genova ebbero opinione che nessun buon effetto
puoi nascer dal trattar in concilio materia de libri, anzi che
potesse piú tosto nascer impedimento alla conclusione di quello
per cui il concilio è congregato principalmente. Poiché avendo
Paulo IV, con conseglio de tutti gl’inquisitori e de molti principali, da’ quali ebbe avvisi da tutte le parti, fatto un catalogo
compitissimo, non vi può esser altro d’aggiongervi se non
qualche libro uscito nelli anni seguenti: cosa che non merita
l’opera della sinodo. Ma chi volesse conceder delli proibiti in
quella raccolta, sarebbe un dechiarar che in Roma sia stato
imprudentemente operato, e cosí levare la reputazione e all’indice giá pubblicato e a quel decreto che si facesse, essendo
vulgata massima che le nove leggi levano la stima piú a se
stesse che alle vecchie: senzaché (diceva il Beccatelli) nessun
bisogno vi è de libri: pur troppo il mondo ne ha, massime
dopo trovate le stampe; e meglio è che mille libri siano proibiti senza demerito, che permesso uno meritevole di proibizione. Né anco sarebbe utile che la sinodo s’affaticasse per
render le cause delle proibizioni, facendo censure o approbando le giá fatte in diversi luochi da cattolici; perché questo
sarebbe un chiamarsi contradizione. È cosa da dottore render
ragione del suo detto; il legislatore che lo fa diminuisce l’autoritá sua, perché il suddito s’attacca alla ragione addotta, e
quando crede averla risoluta, pensa d’aver anco levato la virtú
al precetto. Né meno esser bene correggere ed espurgar alcun
libro, per le stesse cause di non eccitar l’umor delle persone
a dire che sia tralasciata cosa che meritasse, o mutata quella
che non meritasse correzione. Poi la sinodo conciterebbe
contra sé la mala disposizione di tutti gli affezionati alli libri
che si vietassero, che li indurrebbe a non ricever gli altri
decreti necessari che si faranno. Concluse che, bastando
l’indice di Paulo, non lodava l’occuparsi vanamente per far
di novo cosa fatta, o per disfare cosa ben fatta. Molte altre
ragioni furono allegate in confermazione di questo parere da
piú vescovi, creature di Paulo IV e ammiratori della sua prudenza nel maneggio della disciplina ecclesiastica, li quali te-