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332 l'istoria del concilio di trento


arcivescovo di Genova ebbero opinione che nessun buon effetto puoi nascer dal trattar in concilio materia de libri, anzi che potesse piú tosto nascer impedimento alla conclusione di quello per cui il concilio è congregato principalmente. Poiché avendo Paulo IV, con conseglio de tutti gl’inquisitori e de molti principali, da’ quali ebbe avvisi da tutte le parti, fatto un catalogo compitissimo, non vi può esser altro d’aggiongervi se non qualche libro uscito nelli anni seguenti: cosa che non merita l’opera della sinodo. Ma chi volesse conceder delli proibiti in quella raccolta, sarebbe un dechiarar che in Roma sia stato imprudentemente operato, e cosí levare la reputazione e all’indice giá pubblicato e a quel decreto che si facesse, essendo vulgata massima che le nove leggi levano la stima piú a se stesse che alle vecchie: senzaché (diceva il Beccatelli) nessun bisogno vi è de libri: pur troppo il mondo ne ha, massime dopo trovate le stampe; e meglio è che mille libri siano proibiti senza demerito, che permesso uno meritevole di proibizione. Né anco sarebbe utile che la sinodo s’affaticasse per render le cause delle proibizioni, facendo censure o approbando le giá fatte in diversi luochi da cattolici; perché questo sarebbe un chiamarsi contradizione. È cosa da dottore render ragione del suo detto; il legislatore che lo fa diminuisce l’autoritá sua, perché il suddito s’attacca alla ragione addotta, e quando crede averla risoluta, pensa d’aver anco levato la virtú al precetto. Né meno esser bene correggere ed espurgar alcun libro, per le stesse cause di non eccitar l’umor delle persone a dire che sia tralasciata cosa che meritasse, o mutata quella che non meritasse correzione. Poi la sinodo conciterebbe contra sé la mala disposizione di tutti gli affezionati alli libri che si vietassero, che li indurrebbe a non ricever gli altri decreti necessari che si faranno. Concluse che, bastando l’indice di Paulo, non lodava l’occuparsi vanamente per far di novo cosa fatta, o per disfare cosa ben fatta. Molte altre ragioni furono allegate in confermazione di questo parere da piú vescovi, creature di Paulo IV e ammiratori della sua prudenza nel maneggio della disciplina ecclesiastica, li quali te-