Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/360

Da Wikisource.
354 l'istoria del concilio di trento


fu allora discusso, ma furono anco poste in stampa da diversi le ragioni usate, sí che la materia è preparata e digesta, né resta altro al presente che darli perfezione. Quando sará determinato che la residenza sia de iure divino, cesseranno da loro medesimi tutti gl’impedimenti: li vescovi, conosciuto il loro debito, penseranno alla conscienzia propria, non si riputaranno mercenari, ma pastori; e conoscendo il gregge essergli da Dio consignato e doverne a lui render conto, e non potersi scusar sopra altri, e certificati che le dispense non li giovano nè li salvano, attenderanno al loro debito. E passò a provar, con molte autoritá del novo e del vecchio Testamento ed esposizione de’ Padri, che fosse veritá cattolica. Questa opinione fu approvata dalla maggior parte della congregazione, affaticandosi li difensori di quella a portare autoritá e ragioni.

Furono altri che la reprobavano, dicendo che era nova, non mai intesa, non tanto nell’antichitá, ma né meno in questo secolo, inanzi il cardinale Gaetano, che promosse la questione e sostenne quella parte; la qual però egli abbandonò, perché in vecchiezza ricevette un vescovato, e mai andò alla residenza; che in ogni tempo la Chiesa ha tenuto che il papa possi dispensare; che li non residenti in tutti li secoli sono stati o puniti o ripresi come transgressori dei canoni solamente, e non di legge di Dio; che nel primo concilio fu disputata, ma la disputa fu cosí pericolosa che li legati, uomini prudentissimi, con destra maniera la fecero andar in silenzio; il che debbe esser preso in esempio; e li libri, che dopo sono stati scritti, hanno dato al mondo gran scandolo e fatto conoscer che la disputa era per sola parzialitá. Perché quanto alle autoritá della Scrittura e dei Padri, quelle sono esortazioni alla perfezione, e non vi è di sodo se non li canoni, che sono leggi ecclesiastiche.

Alcuni tenevano opinione che non era né luoco né tempo né opportunitá di trattar quella questione, e che nessun bene nascerebbe dal determinarla, ma s’incorrerebbe pericolo di molti mali; che quel concilio era congregato per estirpar le