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378 l'istoria del concilio di trento


di conservar la sua autoritá. In fine de tutti li ragionamenti concludeva che se li principi l’abbandoneranno, ricorrerá al Cielo; che aveva un milion d’oro, e sapeva dove metter la mano sopra un altro; e poi Dio provvederebbe alla sua Chiesa. Tutta la corte ancora sentiva con gran passione il pericolo di tutto lo stato suo, vedendosi bene che quelle novitá miravano a far tanti papi, o nessun papa, e interrompere tutti gli emolumenti alli uffici della cancellaria.

Venne anco dal noncio di Spagna avviso che il re sentiva male il proponentibus legatis statuito nella prima sessione: e tanto piú al pontefice piaceva che fosse stato decretato, poiché dal dispiacimento che altri ne ricevevano, apparivano li disegni di propor cosa di suo pregiudicio. Fece con tutto ciò far scusa col re, dicendo esser fatto senza sua saputa, ma vedersi necessario per reprimere la petulanzia degl’inquieti: che il concilio sarebbe una torre di Babel, quando senza freno ogni persona ambiziosa avesse facoltá di movere umori; che li legati erano discreti e riverenti a Sua Maestá, e averebbono sempre proposto tutto quello che le fosse stato in piacere, e dato sodisfazione ad ogni persona pia e savia. Ma con l’ambasciator del re appresso sé residente, che gliene trattò, procedette con alquanta durezza, prima querelandosi che egli avesse fatto sopra ciò cattivi uffici, e poi commemorando il modo di procedere de’ prelati spagnoli in concilio, quasi sedizioso; mostrò che il decreto era santo e necessario, e che non si faceva pregiudizio ad alcuno per dire che li legati proponeranno. A che replicando Vargas che, quando fosse solamente detto «li legati proponeranno» nessun si dolerebbe, ma quell’ablativo proponentibus legatis privava li vescovi di proporre, però conveniva mutarlo in altra locuzione, il papa non senza sdegno rispose aver altro da fare che pensar cuius generis et cuius casus. Non mancava di fondamento il sospetto del pontefice, avendo scoperto che quell’ambasciator aveva ispedito molte poste in Spagna e a Trento, confortando li prelati spagnoli a mantener la libertá e mostrando al re che il concilio fosse tenuto in soggezione.