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libro sesto - capitolo vi |
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da piú di trenta vescovi di quelli che tenevano la residenza,
nella quale si dolevano del disgusto di Sua Santitá e protestavano di non intendere che la loro opinione fosse contra
l’autoritá pontificia, la qual si dechiaravano di voler defendere contra tutti e mantenerla inviolata in ogni parte. Le
quali lettere fecero una mirabil disposizione nell’animo del
pontefice a ricever gradatamente quelle delli legati, di Mantoa,
Seripando e varmiense, e ascoltar la relazione dell’arcivescovo,
il quale li diede minuto conto di tutte le cose passate, e li
levò gran parte della suspizione. Poi passò a scusar li cardinali e mostrar al pontefice che, non potendo prevedere dover
nascere inconveniente alcuno, avevano scoperto l’opinione
che in conscienzia tenevano; e dopo nate le contenzioni senza
loro colpa né mancamento, la loro aderenza a qual parere era
riuscita con onor di Sua Santitá e della corte. Perché cosí non
si poteva dire né che Sua Santitá né che tutta la corte fosse
contraria ad un’opinione stimata dal mondo pia e necessaria;
il che era ben riuscito, perché cosí hanno acquistato e credito
e autoritá appresso li prelati, e hanno potuto moderar l’empito di alcuni, ché altrimenti sarebbe nata qualche gran divisione con notabil danno della Chiesa. Li narrò li frequenti ed
efficaci uffici fatti da loro per quietar li prelati, e li affronti
anco ricevuti da chi li rispondeva di non poter tacere contra
conscienzia. Narrò li pericoli e necessitá che constrinser Mantoa
alla promessa; li soggionse che, per levar ogni suspizione
dall’animo di Sua Santitá, la maggior parte delli prelati si
offerivano nella prossima sessione dechiararlo capo della
Chiesa; e avevano dato a lui carico di fargliene ambasciata,
che per molti rispetti non giudicavano da esser messa in
scritto; e gliene nominò tanti, che fece maravigliare il papa,
e dire che male lingue e peggior penne gli avevano depinto
quei padri d’altre qualitá. Li mostrò poi la unione e fermezza
delli ministri delli principi a mantener il concilio, e la disposizione delli prelati a sopportar ogni cosa per continuarlo: che
non poteva nascer occasione di dissolverlo; che la trattazione
della residenza era cosí inanzi, e li padri interessati per la