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libro sesto - capitolo vi 405


da piú di trenta vescovi di quelli che tenevano la residenza, nella quale si dolevano del disgusto di Sua Santitá e protestavano di non intendere che la loro opinione fosse contra l’autoritá pontificia, la qual si dechiaravano di voler defendere contra tutti e mantenerla inviolata in ogni parte. Le quali lettere fecero una mirabil disposizione nell’animo del pontefice a ricever gradatamente quelle delli legati, di Mantoa, Seripando e varmiense, e ascoltar la relazione dell’arcivescovo, il quale li diede minuto conto di tutte le cose passate, e li levò gran parte della suspizione. Poi passò a scusar li cardinali e mostrar al pontefice che, non potendo prevedere dover nascere inconveniente alcuno, avevano scoperto l’opinione che in conscienzia tenevano; e dopo nate le contenzioni senza loro colpa né mancamento, la loro aderenza a qual parere era riuscita con onor di Sua Santitá e della corte. Perché cosí non si poteva dire né che Sua Santitá né che tutta la corte fosse contraria ad un’opinione stimata dal mondo pia e necessaria; il che era ben riuscito, perché cosí hanno acquistato e credito e autoritá appresso li prelati, e hanno potuto moderar l’empito di alcuni, ché altrimenti sarebbe nata qualche gran divisione con notabil danno della Chiesa. Li narrò li frequenti ed efficaci uffici fatti da loro per quietar li prelati, e li affronti anco ricevuti da chi li rispondeva di non poter tacere contra conscienzia. Narrò li pericoli e necessitá che constrinser Mantoa alla promessa; li soggionse che, per levar ogni suspizione dall’animo di Sua Santitá, la maggior parte delli prelati si offerivano nella prossima sessione dechiararlo capo della Chiesa; e avevano dato a lui carico di fargliene ambasciata, che per molti rispetti non giudicavano da esser messa in scritto; e gliene nominò tanti, che fece maravigliare il papa, e dire che male lingue e peggior penne gli avevano depinto quei padri d’altre qualitá. Li mostrò poi la unione e fermezza delli ministri delli principi a mantener il concilio, e la disposizione delli prelati a sopportar ogni cosa per continuarlo: che non poteva nascer occasione di dissolverlo; che la trattazione della residenza era cosí inanzi, e li padri interessati per la