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l'istoria del concilio di trento |
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emendati li costumi. Aggionse che il clero era infame per la
libidine; che il magistrato politico non comporta alcun cittadino concubinario, e pur nel clero il concubinato è cosí frequente che di cento non si sono trovati tre o quattro che non
siano concubinari o maritati secretamente o palesemente; che
in Germania anco li cattolici prepongono un casto matrimonio
ad un celibato contaminato; che molti hanno abbandonato la
Chiesa per la proibizione del calice, dicendo che sono costretti
ad usarlo per la parola di Dio e costume della primitiva Chiesa,
il qual sino al presente è osservato nelle chiese orientali, e usato
giá nella Chiesa romana; che Paulo III lo concesse alla Germania, e li bavari si lamentano del suo principe che lo invidii alli
sudditi suoi; protestando che se il concilio non provvede, l’Altezza sua non potrá governar li populi e sará costretto ceder
quello che non può proibire. Propose per rimedio ai scandali del
clero una buona riforma, e che nelli vescovati s’introducessero
le scole e accademie per educar buoni ministri. Dimandò il matrimonio de’ preti, come cosa senza la quale fosse impossibile in
quell’etá riformar il clero, allegando il celibato non esser de
iure divino. Richiese anco la comunione sub utraque specie, dicendo che, se fosse stata permessa, molte provincie di Germania
sarebbono restate nell’obedienzia della sede apostolica, dove
che le rimaste fino ad ora, insieme con le altre nazioni, come
un torrente se ne dipartono; che non ricerca il duca li tre su
detti rimedi per speranza alcuna che vi sia di ridur li sviati
e li settari alla Chiesa, ma solo per ritener li non ancora divisi.
Replicò esser necessario principiar dalla riforma, altrimenti
tutta l’opera del concilio riusciria vana; ma riformato il clero,
che il suo principe, se sará richiesto della sua opinione nella
materia dei dogmi, opportunamente potrá forse dire cosa degna
di considerazione; la quale non occorreva dir in quel tempo,
non essendo pertinente trattar di far guerra al nemico, non
avendo stabilito prima le forze proprie in casa. Nel filo del
parlare spesso interpose che tutto ciò era dal suo principe
detto non per dar legge al concilio, ma per insinuarlo riverentemente: e con questo concetto anco finií. Rispose la sinodo