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libro sesto - capitolo viii |
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quel si chiamava sacrificare, ma participar il sacrificato. Li
gentili imitavano l’istesso; anzi la parte che non era consumata nell’altare si mandava da alcuni a vendere, e questa è
la mensa che non è altare. Il piano senso di san Paulo è: sí
come gli ebrei, mangiando la parte toccante all’offerente, che
è reliquia del sacrificio, participano dell’altare, e li gentili parimenti, cosí noi, mangiando l’eucaristia, participiamo il sacrificio della croce. E questo è appunto quello che Cristo disse:
«Fate questo in mia memoria»; e quel di san Paulo: «Sempre
che mangerete questo pane e beverete questo calice, professarete il Signore esser per voi morto». Ma per quello che si dice
li apostoli esser ordinati sacerdoti per offerir sacrificio con le
parole del Signore, poiché egli dice: «Fate questo», senza
dubbio s’intendeva quello che avevano veduto lui a fare.
Adunque bisognarebbe che constasse prima che egli avesse
offerto; ma non essendo questo certo, ed essendo le opinioni
delli teologi varie, e confessando ciascuno che l’una e l’altra è
cattolica, quelli, che negano Cristo aver offerto, non poter concluder per quelle parole aver comandato l’oblazione. Portò poi
li argomenti de’ protestanti, con quali provano che l’eucaristia
non è instituita per sacrificio ma per sacramento; e concluse
che non si poteva dir che la messa fosse sacrificio, se non
con fondamento di tradizione, esortando a fermarsi in questa
e non render la veritá incerta per studio di volerla troppo provare. Discese poi alla resoluzione degli argomenti de’ protestanti, e in quello rese tutti gli audienti mal satisfatti, avendo
recitato gli argomenti con forza e apparenza, e soggiongendo
risposte con debolezza, sí che piú tosto li confermavano; il che
fu ascritto da alcuni alla brevitá del tempo che gli restava,
sopravvenendo la notte, da altri al non sapersi lui esprimere,
e dalli piú sensati perché quelle risoluzioni non sodisfacevano
lui medesmo. Del che essendovi molta mormorazione fra li
padri, Giacomo Paiva, un altro teologo portughese, nella
seguente congregazione replicò tutti li argomenti da quell’altro fatti, e li risolse con sodisfazione degli audienti e con
iscusare il collega, affermando che l’istessa fu la mente sua.