Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/477

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libro sesto - capitolo ix 471


la prudenza sua. Alcuni volevano restringerla a particolari paesi; e altri lasciarli libera facoltá. Li spagnoli tutti assolutamente la negavano, avendoli da Roma scritto l’ambasciator Vargas che cosí compliva al bene della religione e servizio del re, per il danno imminente alti Paesi Bassi e anco allo stato di Milano, quali quando avessero veduto li confinanti loro a goder quella facoltá, l’averebbono richiesto essi ancora; e concedendola o negandola, in ogni modo s’averebbe aperto una gran porta all’eresia. Li prelati veneziani, indotti dalli loro ambasciatori, tenevano essi ancora il medesimo parere per la causa istessa.

Di queste opinioni recitarò solo li autori principali e le cose singolari dette da loro. Il Cardinal Madruccio, che prima parlò, senza alcuna eccezione approvò che il calice si dovesse concedere; li patriarchi tutti tre, che assolutamente si dovesse negare; cinque arcivescovi, che seguirono, si rimisero al pontefice. Quello di Granata, perché aveva promesso agl’imperiali di favorirli per averli aderenti nella materia della residenza che sopra modo gli premeva, disse che non affermava né negava, ma non si poteva concludere in quella sessione, ed era necessario differire ad un’altra; né volse rimettersi, dicendo esser materia di grave deliberazione, perché non era cosa che si potesse regolare con le Scritture o tradizioni, ma appartenente alla prudenzia, dove è necessario proceder con circonspezione per non ingannarsi nelle circonstanzie del fatto, che non si possono accertar per speculazione o discorso. Che egli non faceva difficoltá, come molti altri, per il pericolo di effusione, mostrando l’esperienzia che non avviene ora, nel far l’abluzione, che il vino si versi: che se questa concessione fosse per apportar unione alla Chiesa, non si doverebbe aborrire, essendo rito che si può mutar secondo l’utilitá de’ fedeli; ma ben stava sopra di sé, per dubbio che dopo questa concessione non fossero dimandate altre cose stravaganti. Che per dubbio di non errare, sarebbe bene ricorrer prima a Dio con orazioni, processioni, messe, elemosine e digiuni; poi per non mancar delle diligenzie umane, non essendovi nel concilio li prelati