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libro sesto - capitolo ix | 479 |
de protestanti che li mettesse paura, cosí doveranno aver maggior rispetto a ricercar chi venissero a tal fine, atteso che
piú venirebbono per impetrar questa concessione. Concluse
che si avesse compassione alle loro chiese e si tenisse conto
della dimanda di tanto principe, che per desiderio dell’unione
della Chiesa non parla mai di questo negozio senza lacrime.
In fine si gravò della passione de molti prelati, che per vano
timore di veder mutazione nelle regioni loro vogliono veder
la perdita delle altre; in particolare si querelò del vescovo di
Rieti, che tenesse l’imperator per principe ignaro di governo,
che non sapesse quello che fosse utile per li stati suoi, se Sua
Signoria reverendissima, versata in servir alle mense de’ cardinali in Roma, non gl’insegnava. Finalmente disse che molte
altre cose gli restavano da rispondere, che erano state dette
da provocarlo quasi a duello; ma li pareva meglio tollerarle e
passarle pazientemente. Replicò quello che altre volte aveva
detto, cioè che, non concedendo l’uso del calice, saria stato
meglio che il concilio non si fosse mai fatto. Le quali parole
dechiarò, soggiongendo che molti populi erano restati nell’obedienzia del pontefice con speranza che dal concilio li fosse
concessa questa grazia, li quali si sarebbono alienati affatto,
vedendosi fraudati di quella speranza.
Andrea di Cuesta, vescovo di Leone in Spagna, disse che non si poteva dubitare dell’ottima mente di Cesare e del duca di Baviera, né disputar se la Chiesa poteva far tal permissione, ma solo considerar quello che fosse ispediente. Il parer suo essere che s’imitassero li padri antichi e l’uso continuo della Chiesa di non condescender alle petizioni de eretici. Si vede per la pratica del concilio niceno che, se ben andava il mondo sottosopra, non volsero conceder loro una sola iota, e li dottori si sono astenuti dalle parole usate da eretici, se ben avessero buon senso. Che non si sarebbono contentati di questa concessione; che li cattolici l’averebbono sentita male; che per incerta speranza di redur alcuni pochi eretici s’averebbono perduti molti cattolici: esser grand’argomento che li vescovi di Germania non facevano la dimanda, che la peti-