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libro sesto - capitolo x 491


damento del pontefice assoluto che non si differisse piú di due mesi, e si trattasse delli sacramenti dell’ordine e matrimonio insieme, indusse li pontifici a far instanza che il tempo non fosse longato e che di tutti doi li sacramenti si trattasse: e li legati mostrarono esser costretti per questo a far il decreto in conformitá. Ma questo maneggio ebbe due altre vere cause: una, la presta espedizione del concilio, che, cosí facendo, pensavano poter ispedire con quell’unica sessione; l’altra, acciò alli spagnoli e altri fautori della riforma, molto occupati in quella materia di fede, non restasse tempo di trattar cose importanti, e particolarmente restassero impediti di promuover o almeno di insistere sopra la residenza. Questo ponto stabilito, leggendosi tutti li decreti insieme, di novo si eccitarono le contradizioni e le contenzioni solite, che con difficoltá li legati potevano fermar con buone parole. Durò la congregazione sino a due ore di notte, con poca sodisfazione delle parti e con scandalo dei buoni: tutto infine si risolvè, ma per la maggior parte dei voti, essendo poco minore quella che contradiceva.

Venuto il 17 del mese di settembre, giorno destinato alla sessione, andati con le solite cereinonie alla Chiesa li legati e ambasciatori con centottanta prelati, dopo le usate preci nel celebrar la messa, il sermone fu dal vescovo di Vintimiglia recitato. Nel quale con gravitá episcopale e senatoria, valendosi dell’usata comparazione delli corpi civili alli naturali, demostrò quanto una sinodo de vescovi sarebbe mostruosa senza capo; narrò l’ufficio di quello nell’influir virtú in tutte le membra, e la recognizione e debito di queste in aver piú cura della conservazione del capo che di se stessa, esponendosi anco alla difesa di quello; disse il principal defetto dell’eretico, secondo san Paulo, esser che non conosce un capo, dal qual depende la connessione di tutto il corpo; e con quattro parole soggionse che Cristo era il capo della Chiesa invisibile, ma con molte che il papa era il visibile. Commendò l’accurata diligenza di Sua Santitá in provveder alla sinodo, e raccordò a ciascuno il debito di conservar la dignitá