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490 | l'istoria del concilio di trento |
nella forma che altre volte: il desiderio del papa e loro essere
di far il servizio di Dio e bene della Chiesa, e satisfar e gratificar tutti li principi; ma non esser conveniente romper l’ordine sempre tenuto nel concilio di trattar insieme la dottrina
e la riforma; che le cose sino allora fatte erano solo un principio; che avevano buona intenzione di far meglio; che riceverebbono prontissimamente gli articoli che essi ambasciatori
li proponessero; maravigliarsi che di Francia non fossero stati
mandati li articoli deliberati a Poissi al pontefice, il quale li
averebbe approvati. Al che replicò Lansac che, avendo il
pontefice rimesso tutte le cose concernenti la religione al concilio, li prelati francesi, quando fossero gionti, averebbono
proposto quelli e molte altre cose. Risposero li legati che
sarebbono li molto ben venuti e piú volentieri ascoltati; ma
non per questo conveniva differire la sessione ordinata, perché
in quella non era per trattarsi cosa pregiudiciale alle proposte
loro. Che li padri in gran numero erano risolutissimi di volere la sessione; che il disgustarli era pericoloso; e se con
tanto loro incomodo aspettavano in Trento quelli che a loro
agio differivano la andata promessa, non era giusto aggiongerli
anco questo disgusto maggiore di volerli far aspettare oziosamente.
A questo officio destro non opponendosi con maggior efficacia gli ambasciatori, si andò a tener l’ultima congregazione per fermar li decreti. Quali stabiliti, quando si fu per statuire il tempo e materia per la seguente sessione, Granata consigliava che s’allongasse il tempo, acciò li francesi e polacchi avessero comodo non solo di venir, ma, anco arrivati, d’informarsi: e che non si venisse a precisa dechiarazione di quello che si doveva trattare, ma sí come altre volte s’era fatto, star sull’universale e pigliar partito secondo le occorrenze; perché, dovendo venir tante persone di novo, non si poteva restar di credere che non portassero con loro emergenti, per quali fosse necessario venir a nove deliberazioni. E a questo parere li spagnoli e molti altri aderivano, e sarebbe stato approvato dall’universale. Ma una voce sparsa, che fosse arrivato coman-