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518 l'istoria del concilio tridentino


zione si fissano norme per regolare le discussioni teologiche. — Si pongono in esame gli articoli del sacrificio della messa. — Malcontento dei francesi che si tratti in assenza dei loro prelati e teologi. — Il papa, ad affrettare i lavori del concilio, avoca a sè le questioni della residenza e del calice. — Nella discussione i gesuiti Salmcron e Torres violano le norme fissate. — Trattazione teologica della messa: si concorda che sia sacrificio, ma si è discordi sulle prove attinte dai testi sacri e sulla natura dell’ultima cena. — Opinioni dei teologi D’Ataide e Cuvillon. — Frate Antonio di Valtellina tratta dei vari riti della messa. — Difficoltá nella formazione del decreto, per i discordi pareri dei padri a ciò deputati. — Ricevimento dei procuratori dei vescovi di Ratisbona e Basilea. — Disparere sul modo di stendere i decreti. — Risorge la questione della residenza ad opera degli spagnoli. Azione dei legati per sopirla e per prevenire un accordo su di essa fra quelli e i prelati francesi attesi al concilio. — Gli ambasciatori francesi, non avendo ottenuto che si rinvii la trattazione dottrinale dopo l’arrivo dei loro padri, si lagnano vivamente coi legati.]
Capitolo IX (11 agosto-14 settembre 1562) |||
 p. 462

[Congregazioni generali sul sacrificio della messa. — Arrivo del Lainez. — Gli spagnoli chiedono la soppressione dei privilegi dei conclavisti: il papa acconsente. — Il Pibrac lascia Trento. — Risorgono le dispute sulla natura del sacrificio di Cristo nell’ultima cena. •— L’arcivescovo di Praga insiste perché si tratti subito della concessione del calice, a favor della quale parla il Draskovich. — Insistono i francesi, ma invano, perché si differisca la sessione dopo l’arrivo dei loro padri. — Lagnanze per la lentezza del concilio. — Discussioni sulla concessione del calice: granfie diversitá di pareri fra i padri. — Esposizione delle opinioni piú notevoli. — Non senza difficoltá i legati ottengono di rimettere la decisione al papa. — Si fissa il decreto del sacrificio della messa. — Articoli di riforma degli abusi nella celebrazione di essa ed altri. — Alcuni padri chiedono che il concilio pensi a riforme piú sostanziali.]

Capitolo X (15-17 settembre 1562) |||
 p. 486

[A Roma Tambasciatore francese insiste per la proroga della sessione: il papa mostra di rimettersi al concilio. Come il Simonetta distornasse la proroga. — Nuove difficoltá ai decreti presentati. — Riunione degli ambasciatori: insistono perché il concilio affronti in pieno la riforma. Risposta evasiva dei legati. — Vana insistenza degli spagnoli neirultima congregazione perché la sessione successiva si fissi a lungo intervallo e senza determinarne la materia. — Sessione ventiduesima. S’informa il concilio della professione di fede di Abd-Issu, patriarca d’Assiria. — Pubblicazione del decreto della messa, del decreto de vitandis et observandis nella medesima, di quelli di riforma, sulla concessione del calice deferita al papa e sulla nuova sessione al