Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/70

Da Wikisource.
64 l'istoria del concilio di trento


una particolare di ciascuno, e che egli non averebbe potuto interporsi, ché sarebbe stato allegato per sospetto, come quello che fu presidente e autore principale. L’insister maggiormente con l’imperatore che questo ponto fosse deciso, era darli disgusto grande e metterlo in difficoltá insuperabili. Fu consegnato che senz’altro dire avesse il ponto per deciso, e nella bolla sua presupponesse che li decreti fatti fossero da tutti accettati; perché andando la bolla alla dieta con quel tenore, o li todeschi se ne contentaranno, e cosí egli averá l’intento, o non l’accettaranno, e in quel caso la disputa cominciará nella dieta, ed egli sará uscito di pensiero. Li parve buono il conseglio: il qual seguendo, ordinò la bolla, e per compiacer l’imperatore in parte, la mandò non in minuta, parendoli esser contra la dignitá sua, ma formata, datata e bollata, non però pubblicata: il giorno del dato fu sotto il 15 novembre.

In quella diceva che, per levar le discordie della religione di Germania, essendo ispediente e opportuno, come anco l’imperator li aveva significato, rimetter in Trento il concilio generale, giá convocato da Paulo III, principiato, ordinato e proseguito da esso, allora cardinale e presidente, e in quello statuiti e pubblicati molti decreti della fede e dei costumi, perciò egli, al qual s’aspetta congregar e indrizzar li concili generali a fine dell’aumento della religione ortodossa, e restituir la tranquillitá alla Germania, che per li tempi passati non ha ceduto ad altra provincia in ubidir e riverir li pontefici vicari di Cristo, sperando che anco li re e principi lo favoriranno e assisteranno, esorta e ammonisce li patriarchi, arcivescovi, vescovi, abbati e altri, che per legge, consuetudine o privilegio debbono intervenir nei concili, che il 1° di maggio debbino ritrovarsi in Trento. Per il qual giorno ha ordinato, per autoritá apostolica e con consenso dei cardinali, che il concilio sia reassonto nello stato in quale si ritrovava, e proseguito; dove egli invierá li suoi legati, per i quali presederá al concilio, se non potrá trovarvisi personalmente, non

ostante qualunque translazione o suspensione o altra cosa che