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libro terzo - capitolo iii 71


Paulo aveva tirato in mano sua per nome della Chiesa, e li assegnò anco due mila scudi al mese per defenderla. Ottavio, per l’inimicizia di Ferrante Gonzaga viceduca di Milano, e per molti indici che aveva che l’imperatore disegnasse impatronirsi anco di Parma, avendoli anco il pontefice levata la provvisione assegnata di due mila scudi, dubitando di non poter defendere la cittá con le sue forze, trattò col pontefice per mezzo del Cardinal suo fratello, che li dasse aiuto, o vero li concedesse di provvedersi con la protezione di altro principe sufficiente di sostentarlo contra Cesare. Il pontefice, senza piú considerarvi, rispose che facesse il fatto suo al meglio che sapeva; per il che Ottavio, adoperando per mezzo Orazio suo fratello, genero del re di Francia, si mise sotto la protezione di quello, e recevette guarnigione francese nella cittá. La qual cosa dispiacendo a Cesare suo suocero, persuase il pontefice che fosse contra la dignitá di lui, che era di quella cittá e di quel duca principe supremo. Per il che il papa promulgò contra il duca un grave editto, citandolo a Roma e dechiarandolo rebelle quando non comparisse, e dimandando aiuto all’imperatore contra di lui: il quale si dechiarò di approvare la causa del pontefice, e con le arme defenderla: onde fu fatto apertura a manifesta guerra tra l’imperator e il re di Francia, e a disgusti grandi dell’istesso re col pontefice. E in Sassonia sopra l’Albi fu tra sassoni e Brandeburg dato principio a ragionamenti d’una lega contra Cesare, per impedirlo dal soggiogarsi totalmente la Germania, come a suo luoco si dirá.

Non ostanti queste ed altre semenze di guerra, che in Italia nel principio d’aprile si vedevano giá pullulare, volle il pontefice che il legato e nonci andassero a Trento, e diede loro commissione che il 1° maggio, giorno statuito, aprissero il concilio con quel numero che vi era, ed eziandio senza numero alcuno, con l’esempio delli nonci di Martino V, che apersero il concilio di Pavia soli, senza intervento di alcun prelato.