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libro quarto - capitolo i | 85 |
è comune di tutti, e niente è delli particolari; ma quando il
tutto è de tutti, e ciascuno ha la sua parte, allora è necessario il consenso di ciascuno, et prohibentis conditio potior, e
senza il voto degli assenti, quelli non possono esser obbligati.
Di questo genere esser le radunanze ecclesiastiche; e sia quanto
si vuol numeroso un concilio, quelle chiese che non sono intervenute, non esser ubbligate, se non li par di riceverlo. Cosí
aver sempre servato l’antichitá, che, finiti li concili, si mandassero per le chiese non intervenute ad esser confermati,
altrimenti in quelle non avevano vigore. Il che, leggendo
Ilario, Atanasio, Teodoreto e Vittorino, che di questo particolare trattano, ognun vederá chiaro. E occorreva alle volte
che in qualche chiesa era ricevuto parte delli canoni, tralasciati gli altri, secondo che giudicava ciascuna convenire alle
necessitá, costumi ed usi propri. E san Gregorio medesmo
cosí testifica, che la chiesa romana non ricevette i canoni
del constantinopolitano secondo e dell’efesino primo.
Gli uomini prudenti, senza considerar le suttilitá, dicevano che il re a quel concilio aveva dato una piaga insanabile, poiché non avendo altro fondamento che la caritá cristiana e l’assistenza dello Spirito Santo, in nessun tempo sarebbe stato creduto che questo fosse intervenuto in una reduzione, contra la quale un re cristianissimo e persecutor de tutte le sette, con l’aderenza d’un regno niente macchiato nella religione, avesse protestato in quella forma. E aggiongevano la medesima esperienza per comprobazione: che i presidenti si ritirassero a consultare con gli ambasciatori dell’imperatore (dicevano) mostrare chi guidasse il concilio. E quel che piú importa, che, fatta la consulta tra essi cinque e non comunicata con altri, il promotor dicesse: «La santa sinodo riceve le lettere». E chi era quella santa sinodo? E similmente che, letta l’esposizione dell’abbate, fosse data risposta per il nome medesimo, solamente deliberata dalli presidenti. Né potersi levar la difficoltá dicendo che era cosa di non grand’importanza: prima, perché sará difficile sostentare che non sia importantissima materia dove si tratta pericolo di divisione nella Chiesa;