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libro settimo - capitolo vii |
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contraria opinione, con dire che l’attribuirla alla divina era
un diminuire l’autoritá del papa, perché ne seguirebbe che
non potesse piú accrescere o diminuire, dividere o vero unire,
mutar o transferir le sedi episcopali, né lasciarle vacanti o
darle in amministrazione o commenda; che non potrebbe restringere, né meno levare l’autoritá d’assolvere; che con quella
determinazione si veniva a dannar in un tratto tutte le dispense
concesse dalli pontefici, e levar la facoltá di concederne all’avvenire. L’altra parte, che ben vedeva seguir per necessitá quelle
consequenze, non però esser inconveniente quello che ne seguiva, anzi esser la stessa veritá e uso legitimo della Chiesa
vecchia, e che non per altro si proponeva la dechiarazione, se
non per levar quelli inconvenienti; essa ancora, tralasciato
di usar ragioni e autoritá per provarla de iure divino, si
diede a mostrar che, restituendo con quella dechiarazione la
residenza, tornerebbe in aumento della potestá pontificia, si
accrescerebbe la riverenza verso il clero, e maggior verso il
sommo pontefice, il quale ha perso in tante provincie l’autoritá, perché li vescovi, non resedendo e governando per vicari
inetti, hanno lasciato aperta la strada alla disseminazione delle
nove dottrine, che con tanto detrimento dell’autoritá pontificia
hanno preso piede. Se li vescovi resederanno per tutto, sará
predicata l’autoritá del papa, e confermata dove ancora è riconosciuta, e restituita dove ha ricevuto qualche crollo. Non
potevano però né l’una né l’altra parte parlar in questi termini, che la contraria non si accorgesse della dissimulazione,
e che l’interno occultato non restasse pur troppo aperto: erano
tutti in maschera, e tutti però conosciuti. Ma ridotti al giorno
16 del mese di decembre, né essendo per ancora detti li voti
dalla metá delli prelati, propose il Cardinal Seripando la prorogazione della sessione; né potendo prevedere quando fossero
per espedirsi, fu deliberato che fra quindici giorni s’averebbe
prefisso il termine. E ammoní il cardinale li prelati della soverchia longhezza nel dir i voti, la quale non mirava se non ad
ostentazione, levava la reputazione del concilio, ed era per
mandarlo in longo, con grave incomodo di tutti loro.