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112 l'istoria del concilio tridentino


di Polonia. Passò alle lodi della regina madre di Francia e del re di Portogallo, e in fine esortò alla riforma della disciplina ecclesiastica.

Il Cardinal di Lorena, ricevuta la nova della prigionia del principe, restò molto allegro, particolarmente per l’onore del fratello; e tanto piú entrò in desiderio di ritornar presto in Francia, per poter aiutar, stando in corte e nel regio conseglio, le cose di quello, e avanzarsi esso ancora qualche grado piú alto, poiché era levato e Navarra e il contestabile, a’ quali era necessario che cedesse.

Il pontefice, in quei giorni, pieno di sospetto per la andata in Inspruc che aveva pubblicato l’imperatore, giudicando che non si movesse senza gran disegni e senza certezza di effettuarli, e però credendo che avesse secreta intelligenza con Francia e Spagna (della quale niente penetrando, non poteva far giudicio se non che fosse macchinazione contra lui), andava pensando di transferirsi esso ancora a Bologna, e di mandare otto o dieci cardinali a Trento; di ristringersi maggiormente con li principi italiani, e di confermar bene li prelati suoi amorevoli in concilio, mentre trovava qualche occasione che si dissolvesse o suspendesse. E per impedir la trattazione in Trento di riformar la sua corte, in quei giorni s’adoperò assai in questo: riformò la rota, pubblicando un breve dato sotto il di 27 decembre, con ordinazione che nessun auditore possi venir alla definitiva (se ben in causa chiara), non fatta la proposizione a tutto il collegio, eccetto se intervenisse il consenso delle parti; che le sentenzie prononziate ut in schedula siano prodotte tra quindici giorni; che le cause degli auditori o loro consanguinei e parenti sino al secondo grado, o familiari, non siano conosciute in rota; che non si constringano le parti a ricever avvocato; che non si faccia decisione contra le stampate, se non con doi terzi dei voti; che siano tenuti a rimetter qualunque causa dove si scuopra suspezione di delitto. Fece nella medesima bolla una tassa della moderazione delle sportule. Riformò ancora, con altre bolle pubblicate il primo di gennaro seguente, la segnatura di giustizia, li tribunali di Roma, l’ufficio