Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/117

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libro settimo - capitolo vii


fu fatta la giornata, dove morirono degli ugonotti tremila e cinquemila de’ cattolici. Da ambe le parti restarono li capitani generali prigioni, Condé e il contestabile; nessuno del li eserciti restò rotto, per il valore delli luogotenenti dell’uno e dell’altro, che erano Ghisa per i cattolici e Coligni per li ugonotti; e la regina immediate confermò il capitaniato a Ghisa. Né per questo Coligni restò di mantener l’esercito in arme, di conservar le terre che aveva, e far anco qualche progresso.

Di questa vittoria, che per tale fu dipinta, se ben non molto meritava il nome, si rese grazie a Dio in Trento da tutti li padri congregati, facendo una processione e cantando una messa. Nella quale Francesco Beicaro vescovo di Metz fece un’orazione, narrando tutta l’istoria delle confusioni di Francia dalla morte di Francesco II; e raccontando il successo dell’ultima guerra, conferí tutta la laude del ben operato nel solo duca di Ghisa: passò a dire la causa di quelle confusioni esser stato Martin Lutero, che, se ben picciola scintilla, accese gran fuoco, occupando prima la Germania e poi le altre province cristiane, fuor che l’Italia e Spagna. Interpellò li padri a sovvenir alla repubblica cristiana, poiché soli potevano estinguer quell’incendio. Disse che era l’anno ventesimosesto dopo che Paulo III diede principio a medicar il male, intimando quivi il concilio; il quale fu differito, poi dissimulato; e finalmente in quello con varie fazioni si contese, sinché fu transferito a Bologna, dove intervennero varie dilazioni, maggior contenzioni e fazioni piú acerbe. Fu poi richiamato in Trento, e per le guerre dissoluto. Ora essersi gionto all’ultimo; non esservi piú luoco di dissimulazione: quel concilio o vero esser per reconciliar tutto ’l mondo, o per precipitarlo in una certa ruina. Però conveniva che li padri non risguardassero agl’interessi privati, non portassero disegni né parlassero in grazia d’altri, trattandosi la causa della religione: se averanno l’occhio ad altra cosa, la religione sará spedita. E le suddette cose dette con libertá temperò con adulazione, prima ai padri, poi verso il pontefice, l’imperatore, il re de’ romani e quello