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Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/129

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libro settimo - capitolo viii


instruissero a pieno delle occorrenze. Nella congregazione fu deliberato che si facesse scrivere da teologi e canonisti sopra quelle proposte, e ognuno mettesse in carta il suo parere; e per far qualche diversione dalla parte di Francia, ordinò il papa al Cardinal di Ferrara che rilasciasse al re li quarantamila scudi senz’altra condizione; che gli esponesse esser le proposte degli ambasciatori suoi in Trento in molte parti utili per riforma della Chiesa, le quali desiderava veder non solo decretate, ma mandate anco in esecuzione: però non le approvava tutte, essendone alcune con diminuzione dell’autoritá regia, che resterá privata di conferir le abbazie, il che al re è un grande aiuto per premiar li buoni servitori. Che li re antichi, avendo vescovi troppo potenti per la grande autoritá e contumaci alla potestá regia, ricercarono li pontefici romani di moderarla; e ora per quelle proposizioni gli ambasciatori suoi restituivano alli vescovi la licenza, che dalli precessori di Sua Maestá prudentissimamente fu procurato di metter sotto maggior regola. Quanto all’autoritá pontificia, che non si poteva levarli quella che da Cristo gli era data, dal quale san Pietro e li successori furono fatti pastori della Chiesa universale e amministratori di tutti li beni ecclesiastici; che levando le pensioni, se gli leva la facoltá di far limosine, che è uno delli carichi principali che il papa ha per tutto il mondo; che per grazia era comunicata alli vescovi, come ordinari, facoltá di conferire alcuni benefici, la qual non era giusto estendersi tanto che si pregiudicasse all’universale ordinaria, che il papa ha per tutto. Che sí come le decime sono debite alla Chiesa de iure divino, cosí la decima delle decime si debbe da tutte le chiese al sommo sacerdote; che per maggior comoditá quella è stata commutata nelle annate; che se quelle portano incomodo al regno di Francia, non ricusava di trovarvi temperamento, purché alla sede apostolica fosse in modo conveniente conservato il suo dritto. Ma, come piú volte aveva fatto intendere, questo non si poteva trattar con altri che con lui, né il concilio poteva mettergli mano. Commise in fine al cardinale che, poste tutte queste cose in