Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/165

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libro settimo - capitolo x


Non è da metter in dubbio che il Cardinal parlasse delle cose del concilio e informasse Cesare del li disordini che passavano, e dicesse il parer suo intorno alli rimedi per opporre alla corte di Roma e alli prelati italiani di Trento, per ottenere nel concilio la comunion del calice, il matrimonio de’ preti, l’uso della lingua volgare nelle cose sacre e relassazione d’altri precetti de iure positivo, e la reforma nel capo e nei membri, e il modo di fare che li decreti del concilio fossero indispensabili; e in qual maniera, non potendolo ottenere, si potesse pigliar colorata occasione di giustificare le azioni loro e pretender causa di provveder da se medesimi alli bisogni de’ suoi populi, con far qualche concilio nazionale, tentando anco di unir li germani e francesi nelle cose della religione. Ma non fu questa sola la negoziazione sua: egli trattò anco il matrimonio tra la regina di Scozia e l’arciduca Ferdinando figliuolo dell’imperatore, e quello d’una figliuola di Sua Maestá con il duca di Ferrara; e di trovar modo di componer le differenze di precedenzia di Francia e di Spagna, che, come cose domestiche, toccano li principi piú intrisecamente che le pubbliche.

Ma dopo il ritorno di Lorena, seguendosi le congregazioni, Giacomo Alano, teologo francese, entrò parimente nella materia delle dispense. Disse che l’autoritá di dispensare era data alla Chiesa immediate da Cristo, e che dalla Chiesa era distribuita alli prelati, come faceva bisogno secondo li tempi, luochi e occasioni. Innalzò in sommo l’autoritá del concilio generale che rappresenta la Chiesa, e sminuí quella del pontefice, aggiongendo che al concilio generale pertiene allargarla o restringerla.

Il 2 marzo il Cardinal di Mantoa, dopo esser stato pochi giorni ammalato, passò ad altra vita: che fu causa di molte mutazioni nel concilio. Li legati ispedirono immediato avviso al pontefice; al quale Seripando, che restava primo legato, oltra la littera comune, scrisse in particolare che averebbe caro che Sua Santitá mandasse un legato suo superiore, che avesse cura del concilio, o veramente lo levasse lui; e pure