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196 l'istoria del concilio tridentino


ricercando in loro le qualitá conformi alli canoni antichi, gli ambasciatori dei re non se ne contentarono, parendogli che restringesse troppo l’autoritá dei loro principi nella presentazione o nominazione di quelli; e fecero ogn’opera in tutti quei giorni, il conte di Luna massime, acciò che fosse accomodato, o vero piú tosto a fatto tralasciato, dicendo che non conosceva a che quel capitolo facesse di bisogno; cosa che sarebbe anco molto piaciuta alli legati. E li imperiali ancora vi mettevano difficoltá, per il disegno che avevano di far nascere occasione di trattar dell’elezione de’ cardinali, e del papa in consequenza.

Quel medesimo giorno, di notte, il Cardinal Navagero, avendo dato voce di entrar il giorno seguente per fuggir li incontri e ceremonie, arrivò a Trento: il qual portò che al loro partir di Roma il pontefice aveva detto loro che facessero una buona e rigorosa riforma, conservando l’autoritá della sede apostolica, la qual è il capo piú necessario per tenir la Chiesa ben formata e regolata.

Ma il pontefice con tutto questo, nelli ragionamenti che aveva con li ambasciatori residenti appresso sé, li ricercava di far intender a lui la riforma che desideravano li loro principi. Il vero fine del papa era che, date le dimande a lui, si astenessero di darle al concilio; ed egli avesse occasione, col mostrar difficoltá insuperabile in ogni particolare, sedar l’umor fluttuante di riforma. E mirando a questo scopo istesso, cogli ambasciatori diceva anco spesse volte che li principi s’ingannavano, credendo che la reforma basti per far tornar gli eretici; che essi hanno prima apostatato, e poi preso gli abusi e deformazioni per pretesto; che le vere cause, quali hanno mosso gli eretici a seguitar li falsi maestri, non sono stati li desordini degli ecclesiastici, ma quelli dei governi civili; e però quando li defetti degli ecclesiastici fossero ben intieramente corretti, essi non ritornerebbono, ma inventerebbono altri colori per restar nella loro pertinacia. Che questi abusi non erano nella primitiva Chiesa e al tempo degli apostoli, e nondimeno in quei tempi ancora vi erano eretici, e tanti quanti adesso, a