Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/203

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libro settimo - capitolo xii


proporzione del numero de’ buoni fedeli; che egli in sinceritá di conscienzia desidererebbe la Chiesa emendata e gli abusi levati, ma vede ben chiaro che quelli che la procurano non hanno la mira volta a questo buon scopo, ma a’ suoi profitti particolari; li quali quando ottenessero, sarebbono con introduzione di abusi maggiori e senza levar li presenti. Che da lui non viene l’impedimento della riforma, ma dai principi e prelati del concilio; che egli la farebbe, e ben rigorosa; ma come si venisse all’effetto, le dissensioni tra i principi (ché uno la vorrebbe in un modo e l’altro al contrario) e quelle delli prelati, non meno repugnanti tra loro, impedirebbono ogni cosa. Che egli lo prevede, e conosce molto bene esser indecoro tentare quello che scoprirebbe piú li difetti e mancamenti comuni; e quelli che ricercano riforma mossi da zelo, lo adoperano, come dice san Paulo, senza prudenza cristiana; e altro non si farebbe, volendo riformare, se non che, sí come si conoscevano li mancamenti nella Chiesa, si conoscerebbe di piú che sono immedicabili; e quel che è peggio, ne seguirebbe un altro maggior male, che s’incomincerebbe a defenderli e giustificarli come usi legittimi.

Aspettava con impazienza la conclusione del negoziato di Morone, dal quale aveva avviso che dall’imperatore era stato preso tempo a rispondergli e che tuttavia si continuava in consultare sopra gli articoli; nel che dubitava assai che Lorena avesse gran parte, e teneva anco per fermo che tutti gli ordini e resoluzioni che venivano di Francia a Roma e al concilio dependevano dal parere e dal conseglio di lui. E per tentar ogni mezzo di acquistar quel cardinale, dovendo esser di corto il cardinale di Ferrara in Italia, col quale Lorena era per abboccarsi per molte cose concernenti li nepoti comuni, gli scrisse di far ufficio che si contentasse della transazione del concilio a Bologna; e acciocché egli fosse ben instrutto delle cose che in esso concilio passavano, ordinò che il Vintimiglia l’andasse ad incontrare prima che l’abboccamento succedesse, con istruzione delli legati, oltra quello che egli per se medesimo sapeva.