Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/207

Da Wikisource.

libro settimo - capitolo xii


una parte trattavano di aver sovvenzione dalle chiese per estinzione dei debiti regi, e dall’altro canto si mostravano tanto fautori di quelle.

Ma la veritá era che li francesi, certificati in se medesimi di non poter ottenir dal concilio, mentre che li italiani facevano la parte maggiore, cosa che fosse per loro servizio, incominciavano a non sperar piú, né tenir conto alcuno del concilio mentre stasse in Trento. Levarono la provvisione alli teologi mandati dal re, e concessero licenza di partire a chi voleva, lasciandoli però in libertá di restare. Per il che l’uno dopo l’altro partirono quasi tutti. Restarono sino in fine li dui benedittini, a’ quali erano somministrate le provvisioni dalli monasteri loro, e l’Ugonio, per il comodo che gli era dato dalli pontifici di trattenersi, al quale fecero aver luoco e spese nel monasterio, oltre la provvisione di cinquanta scudi che gli avevano assegnato ogni tre mesi.

Il Cardinal di Lorena, avendo esaminato e fatto esaminar le allegazioni mandate dal papa all’imperatore, e fattovi sopra una censura, la mandò a quella Maestá. Egli credette di aver fatto il tutto secretamente, ma dal suddetto teologo non solo fu scoperto, ma ancora fattane copia alli legati; li quali, aspettando di breve il Morone, scrissero alli vescovi partiti da Trento, di ordine del papa, che dovessero ritornare per ripigliare le azioni conciliari.

Tra tanto il 10 di maggio fu fatta congregazione per legger le lettere della regina di Scozia, presentate dal Cardinal di Lorena, nelle quali ella dechiarava che si sottometteva al concilio. E narrate le pretensioni sue nel regno d’Inghilterra, prometteva che, quando n’avesse avuto la possessione, averebbe sottomesso l’un e l’altro di quei regni all’obedienzia della sede apostolica. Dopo lette le lettere, il Cardinal con una elegante orazione escusò quella regina se non poteva mandar prelati né ambasciatori al concilio, per esser tutti eretici; e promesse ch’ella mai averebbe deviato dalla vera religione. Gli fu risposto per nome della sinodo con ringraziamento, ridendo però alcuni che l’ufficio di quella regina fosse di persona