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228 l'istoria del concilio tridentino


referto a Lorena, lo alterò gravemente contra il Cardinal di Morone; aggionto che pochi dí inanzi, consultandosi tra loro legati e cardinali la risposta da dar a Birago remessagli dalla congregazione, Morone lo rimproverò che si fosse contentato della risposta prima formata, e poi in congregazione generale avesse detto il contrario. E pensò assai Lorena come risentirsi della poca stima che vedeva farsi di lui, massime essendo anco avvisato che a Roma il papa l’accusava per scandaloso, e che dimostrasse desiderare di unire li cattolici con protestanti. Nondimeno, a non si separar maggiormente, anzi cercar di riunirsi con Roma, la ragion di utile prevalse allo sdegno, e perseverò nella risoluzione di continuare in aiutar il fine del concilio e dar sodisfazione al pontefice.

Ma il presidente Birago, avendo aspettato la risposta quanto gli parve dignitá, il dí 13 parti di Trento per andar in Ispruc a negoziare l’altro capo dell’instruzione sua con l’imperatore. Il qual era di congratularsi per l’elezione del re de’ romani, dargli conto delle cause perché era fatta la pace con gli ugonotti, e rispondergli sopra la restituzione di Metz e delle altre terre imperiali. Portava anco l’instruzione sua ordine di trattar coll’imperatore che, giontamente col re di Spagna, si facessero da tutti uffici per la translazione del concilio in Germania, comunicato questo particolare col Cardinal di Lorena, per ricevere da lui avviso delli modi piú propri per quella trattazione o per tralasciarla, come s’era fatto in Trento. Ma il cardinale per le ragioni medesme risolvè che ne facesse esposizione all’imperatore, come di cosa piú tosto da desiderare che da sperare né tentare.

Il conte di Luna ebbe nell’instruzione sua un capitolo con espresso ordine di far instanzia che fosse retrattato il decreto Proponentibus legatis; e dopo gionto, in quei giorni gli sopravvenne una nova lettera del re, dove avvisava esser stato ricercato dalla regina di Francia che il concilio si transferisse in Germania, acciò fosse in luoco libero; che egli aveva risposto che non gli pareva necessario, essendovi modo di operare si che avesse ogni libertá, rimanendo in Trento: però gli com-