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Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/243

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libro ottavo - capitolo ii


persona degna. Li ambasciatori ancora francesi e spagnolo non acconsentivano, ché era un restringer troppo la potestá delli re nelle nominazioni, quando fossero stati in obbligo d’andar cercando il piú degno. Parecchi prelati andavano facendo pratiche acciò quel capo non fosse recevuto, eziandio senza l’aggionta dell’elegger li piú degni. E specialmente il vescovo di Bertinoro e il general Lainez gesuito, distribuendo alcune annotazioni e avvertimenti fatti da loro, andavano mostrando che sarebbono seguiti grandi inconvenienti da quel decreto, imperocché in quello si conteneva che, vacante una cattedrale, il metropolitano scrivesse al capitolo il nome del promovendo, il qual poi fosse pubblicato in pulpito in tutte le parrocchiali della cittá in giorno di dominica e affisso anco alle porte della chiesa; e poi il metropolitano, andato alla cittá vacante, dovesse esaminar testimoni sopra le qualitá della persona; e lette in presenzia del capitolo tutte le sue patenti e testificazioni, fosse anco ascoltato ognuno che volesse opponer cosa alcuna alla persona di quello: e di tutto ciò fosse fatto instrumento, e mandato al papa per esser letto in consistoro. Questa constituzione andavano discorrendo che sarebbe stata causa di sedizioni e di calunnie, e che con questo si dava certa autoritá al popolo, con la quale averebbe usurpato reiezione de’ vescovi, sí come altre volte la soleva avere. Dal che altri eccitati facevano le medesme opposizioni al capo dove si tratta di quelli che s’hanno a promover agli ordini maggiori; nel quale si diceva che li nomi loro dovessero esser pubblicati al populo per tre dominiche e affissi alle porte della chiesa, e le lettere testimoniali dovessero esser sottoscritte da quattro preti e da quattro laici della parrocchia; allegando che non era da dar alcuna autoritá ai laici in questi affari, che sono puri ecclesiastici. In queste perplessitá li legati altro non sapevano che fare, se non goder il beneficio del tempo, e aspettar che si facesse qualche apertura per venir al fine, al quale non si vedeva come poter giongere.

Un’altra nova trattazione fu incominciata intorno la riforma dei cardinali. Imperocché il pontefice, intendendo che per tutte le corti di questo si parlava, e che in Trento li ambasciatori