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238 | l'istoria del concilio tridentino |
di Francia, Spagna e Portogallo erano concertati di dimandarlo al concilio, scrisse alli legati dimandando conseglio se
era ben trattarla a Roma o in Trento; e questo medesimo lo
propose in consistoro, ordinando anco una congregazione sopra
di questo, e particolarmente per trovar modo come ovviare
che li principi non s’intromettessero nel conclavi nella elezione del papa. E per proceder con ogni avvertimento in negozio di tanto momento, mandò a Trento molti capi di riforma
cavati da’ concili, con ordine alli legati di comunicarli con li
prelati principali, e scriver il parer loro. Li cardinali di Lorena
e Madruccio risposero di non voler dir il proprio parer senza
saper prima la mente del pontefice, dopo il che sarebbe anco
stato bisogno pensarvi molto bene; e in particolare quel di
Lorena disse esservi molte cose stimate degne di correzione,
che egli però non riputava potersi reprender, e altre che in
parte si potevano biasmare, ma non assolutamente. Descese al
particolar dell’aver vescovati, dicendo non esser alcun inconveniente che un cardinale prete tenesse vescovato, ma che
non gli pareva bene che fosse vescovo un Cardinal diacono;
e per questa causa egli aveva consegnato il Cardinal suo fratello a lasciar l’arcivescovato di Sens. Ma questa materia di
reforma de’ cardinali presto si mise in silenzio, perché inclinando tutti quelli che erano in Trento piú tosto che fosse trattata dal papa e dal collegio, e quelli che pretendevano il
cappello dubitando che non nascessero molti impedimenti ai
loro desideri, fu causa che con facilitá si cessasse di parlarne.
Ebbe ancora il pontefice pensiero di far una constituzione che vescovi non potessero aver in Roma e nello stato ecclesiastico offici di maneggio temporale; ma dal legato Simonetta e da altri suoi prelati fu avvertito che sarebbe con gran pregiudicio delli ecclesiastici in Francia, Polonia e altri regni, dove sono conseglieri dei re e hanno altri uffici principali, potendo avvenir facilmente che ne fossero privati, valendosene li principi dell’esempio di Sua Santitá, ed eccitandosi la nobiltá secolare per li propri interessi a procurarlo. Per il che, se pur voleva dar esecuzione alla deliberazione sua, lo facesse con