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22 l'istoria del concilio tridentino


nove ordinazioni, di metter in osservanza le cose dagli antichi concili stabilite, levando gl’impedimenti che fomentano gli abusi. Fecero li legati metter insieme le proposte dalli cesarei, e tutte le instanze che sino a quel giorno gli erano state fatte in materia di riforma, e le risposte da loro date, insieme con un estratto delle cose statuite nell’assemblea di Francia e delle richieste da prelati spagnoli; le quali mandarono al pontefice, con dirgli che non pareva loro possibile il trattener piú in parole, ma con qualche effetto mostrare al mondo d’aver animo di trattar questa materia, e venendo a risoluzione, satisfare in qualche parte alli ambasciatori de’ prencipi, massime in quello che ricercano per interesse del loro paese, avendo però considerazione alla qualitá delle cose, che non portassero pregiudicio alla potestá pontificia e alle prerogative della chiesa romana.

Il pontefice, veduta l’instruzione del re di Francia, non potendo sentir cosa piú ingrata che di allongarsi il concilio, a che egli aveva concetto dover nella seguente sessione delli 12 novembre difinir tutto quello che rimaneva di trattare, e se qualche cosa fosse restata, al piú longo doversi finire, suspendere o dissolvere nel fine di quell’anno; all’ambasciator residente appresso di sé, che gli faceva instanza di differire la trattazione delli dogmi alla venuta de’ suoi prelati e tra tanto trattare di riforma, rispose: quanto all’aspettar li prelati, esser avvisato che il Cardinal di Lorena aveva risoluto di aspettar la presa di Bourges e poi accompagnar il re ad Orlians; cose che ben demostravano che la sua partita di Francia sarebbe stata molto tarda e forse anco mai sarebbe effettuata: che non era giusto sopra disegni cosí lontani trattenir tanti prelati in Trento; che le richieste di dilazione sono parole per tenerlo esso e li prelati in spese, non per volontá che francesi abbino d’andar al concilio; e se con le dilazioni lo constringeranno continuar a consumar il danaro, protestava che non averebbe potuto seguitare in dar aiuti al re. Fece gran riflesso, narrando che per diciotto mesi li francesi sono stati aspettati in Trento, trattenendo lui con varie e frivole scuse. Si dolse ancora della