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CAPITOLO II

(1-12 ottobre 1562).

[Memoriale dei legati al papa sulle richieste di riforma presentate al concilio. — Pio IV rifiuta all’ambasciatore francese di far differire la sessione. — Nelle congregazioni teologiche, dove discutesi a lungo l’articolo della superioritá dei vescovi sui preti, gli spagnoli risollevano anche la questione dell’istituzione dei vescovi de iure divino; i teologi pontifici la combattono. — I legati, indagati i propositi dei padri sulla riforma, e particolarmente sulla residenza, riferiscono a Roma per averne direttive. — Pio IV, preoccupato anche delle intenzioni dei francesi, pubblica una bolla di riforma di molti abusi. — Preoccupazioni causategli pure dal contegno degli spagnoli, dal prossimo invio d’un altro ambasciatore di quel re a Trento e dalla tendenza in molti padri a prolungare il concilio. — L’abate di Manne è inviato a Roma per annunziare il prossimo arrivo al concilio del cardinale di Lorena. — Istruzioni ai legati, formulate dalla congregazione conciliare in Roma, in previsione dell’atteggiamento di quel cardinale. — Ancora delle arti per impedirne l’andata o limitarne l’azione.]

Quantunque le congregazioni de’ teologi occupassero quasi tutto il tempo, nondimeno li prelati piú mettevano l’animo e tra loro parlavano della riforma (chi promovendola e chi declinandola) che delle materie dai teologi trattate: onde li frequenti e pubblici ragionamenti che per tutto Trento s’udivano, fomentati dalli ambasciatori cesarei e francesi, indussero li legati a reputar necessario il non mostrarsene alieni, massime atteso che avevano promesso alli ambasciatori di proporla dopo trattato dell’ordine, e intendevano esser ricevuto con grande applauso un discorso dell’ambasciator Lansac, fatto in certa adunanza di molti ambasciatori e prelati, dove concluse che se la riforma proposta e richiesta dall’imperatore era tanto temuta e aborrita, almeno si doveva trovar modo, senza far