Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/283

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libro ottavo - capitolo v


trimonio fosse nullo, se ben fosse anco dopo consumato: che da quel papa intelligentissimo e di provata bontá non sarebbe stato fatto, quando li principi non avessero facoltá, per rispetto del ben pubblico, di maritar li sudditi.

Nel ponto del non far menzione dei principi fu seguito da molti, e si levò il nome de imperatore, re e principi; ma del rimanente ebbe grandissima repugnanzia, con questa sola ragione, che il matrimonio è cosa sacra, e che la potestá secolare non può avervi sopra autoritá; e che quando pur vi sia causa legittima per quale alcuno possi esser constretto a matrimonio, questo non può esser fatto se non con la potestá ecclesiastica. Ma la narrazione del monitorio di Paulo eccitò gran susurro nella congregazione, e dopo diede materia a discorsi vari. Altri dicevano che ciò fu fatto dal papa non come principe, ma come papa; e che aveva ragione di farlo, essendo Ascanio Colonna suo rebelle, e non volendo che con li matrimoni delle figlie acquistasse nove aderenze, col favor de’ quali si confirmasse nella contumacia. Altri dicevano che il papa, come vicario di Cristo, non ha rebelli per cause temporali, e che non sarebbe ben fondata opinione di chi pensasse che il papa per autoritá apostolica possi annullar matrimoni altrimenti che per via di leggi o canoni universali, ma non sopra persone particolari; che di ciò non si addurrá mai ragione, né se ne trovarebbe altro esempio. Erano anco di quelli che negavano potersi far fondamento sopra simil azioni de’ papi, le qual piú tosto mostrano sin dove si può giongere con l’abuso della potestá, che dove si estenda l’uso legittimo di quella.

Non minor difficoltá fu, perché quel decreto si estendeva ancora alli padri, madri e altri superiori domestici che constringessero li figli e altri loro creati, e le femmine massime, a contraer matrimonio; ed era considerato che il venir a scomunica in casi di questa sorte era cosa molto ardua. E tuttavia non mancavano d’insister in contrario quelli che per l’inanzi avevano defeso li figliuoli esser ubbligati a seguir il voler dei padri in questo particolare. Fu proposto temperamento che,