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CAPITOLO X

(12-30 novembre 1563).

[II re di Francia approva la protesta ed il ritiro dei suoi ambasciatori dal concilio. Sua azione in difesa della regina di Navarra e dei vescovi calvinisti.— Accordi a Trento per ultimare il concilio in una sessione. Difficoltá suscitate dal conte di Luna. — Riunione presso il Morone. Disputa sull’estensione da darsi all’anatema agli eretici. — Nuove discussioni in congregazione. — Il capitolo dell’esenzione dei capitoli cattedrali dai vescovi suscita ostilitá negli spagnoli. — Richiesta dei veneziani sui giuspatronati. — Disputa se chiedere, e come, la conferma del papa all’operato del concilio. — Vano tentativo del Lorena di fare ritornar gli ambasciatori francesi. — In congregazione si esamina la dottrina del purgatorio, dell’invocazione dei santi e venerazione delle immagini, degli ordini religiosi, delle indulgenze, dei libri liturgici ecc. — Estremo tentativo del conte di Luna e del Vargas per ritardare la fine del concilio.]

In questi tempi, oltre l’avviso della sessione tenuta, erano arrivate in Francia tre nove, ricevute con disgusto. Prima, la risposta del papa sopra li centomila scudi d’entrata; poi, quella della protesta fatta in concilio e alterazione ricevuta per quella a Trento e a Roma; e finalmente la sentenzia contra li vescovi, con la citazione della regina di Navarra. Sopra le qual cose fecero li francesi gran refíesso; e risolverono di non parlar piú col pontefice per aver grazia di quell’alienazione, ma mandar in esecuzione l’editto regio verificato dal parlamento, senza altro consenso del papa. Il che essendo eseguito con grandissima celeritá, cosí perché gli uomini non si risolvono facilmente a spender il danaro con prestezza, come per uffici che gli ecclesiastici facevano (mettendo in considerazione che li contratti nei tempi seguenti non sarebbono stimati validi, mancando la conferma del papa), pochi compratori si trovarono. Il che però