Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/391

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libro ottavo - capitolo xii


la quale tutte le riformazioni tornavano in disformazioni. Il papa per questo elesse otto cardinali che li rivedessero: li quali, dopo longa discussione, per la maggior parte furono di parere che conveniva moderarli tutti prima che confermarli; e ben considerare che, dovendo patir alcuna opposizione, meglio era farla nel principio, che, dandoli riputazione con la conferma, voler poi moderarli. Esser cosa certa che, a chi ha procurato il concilio, altro scopo non è stato in mira se non di abbassar l’autoritá della sede apostolica; e mentre il concilio è durato, da tutti esser stato parlato, come se quello avesse avuto potestá di dar legge al pontefice; e però doversi mostrar adesso, con l’annullare o moderare alcuno di quei decreti, che il pontefice non ha da ricever, ma da dar le leggi alli concili.

Il pontefice, da sé inclinato alla conferma, e indottovi anco per le persuasioni di Morone e Simonetta, perplesso nondimeno per le querimonie della corte e per l’universale opinione dei cardinali, volendo venir a risoluzione, chiamò, oltra li suddetti, li cardinali della Burdissiera e Amulio e li principali ufficiali di camera, cancellarla e rota; dove, proposta la deliberazione, li quattro cardinali concordi consegnarono che il concilio si confermasse assolutamente. Il Cardinal d’Amulio, nelle memorie del quale ho veduto questo negoziato, disse che Sua Santitá con la pazienza, prudenza e virtú, con immensa spesa sua, fatica e dispendio di tanti prelati aveva veduto il fine d’una grande e difficile impresa, del congregare, indrizzare e serrar il concilio; li restava una maggiore, ma senza difficoltá: ciò era preservar sé e la sede apostolica e tutto l’ordine ecclesiastico da reintrare nella stessa difficoltá, pericoli, disagi e spese: esser quarant’anni che il mondo non parlava che di concilio, né aver potuto li pontefici con ogni opera divertirlo, per la persuasione imbevuta dal mondo del bisogno di quello, e che fosse per apportar frutto. Se subito finito si tratta di emendarlo o moderarlo, o vero non confirmandolo si lascia in sospeso, sará fatta una dechiarazione che

non è stato provveduto in Trento a quello che era necessario


Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - iii 25