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libro ottavo - capitolo xii |
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restar di maravigliarsi di tanto timore che vedeva nascere
senza ragione; che per la conferma del concilio non se li dava
maggior autoritá di quella che li altri concili generali avevano,
che si dava al Decreto e alli decretali, dal gran numero de’
quali, e dall’aperto parlare contra li costumi presenti, innumerabilmente
piú pregiudici e lesioni si riceverebbe che da quei
pochi decreti tridentini molto reservati nella forma del parlare; che
se quelli non sono temuti, di questi non conviene
aver tanta paura; che nessuna legge sta nelle parole, ma nell’intelligenza;
e non in quella che il volgo, i grammatici danno,
ma in quella che l’uso e l’autoritá conferma. Le leggi non hanno
altro vigore che quanto li presta chi governa e ha la cura
d’eseguirle; quello con la dechiarazione li dá senso o piú
ampio o piú ristretto, e anco contrario a quello che le parole
suonerebbono; e tanto sarebbe ristringer o moderare al presente
li decreti di Trento, quanto confermarli adesso assolutamente
e lasciarli ristringere dall’uso, o vero farlo con dechiarazione
a tempi opportuni. Concluse che non sapeva veder causa
perché si dovesse porre difficoltá alcuna alla conferma; ma
bene raccordava che si ovviasse al presente alli inconvenienti
che potrebbono nascere per la temeritá delli dottori, che quanto
piú ignari del governo e delli bisogni pubblici, tanto piú si
arrogano il dar interpretazione alle leggi, che confonde il
governo. Vedersi per isperienza che le leggi non fanno alcun
male, non causano alcuna lite, se non per li vari sensi datigli;
che per la constituzione di Niccolò III sopra la regola di
san Francesco, materia da sé piena di ambiguitá, mai però
nasce alcun disordine, per la proibizione da lui fatta a’ glosatori e
commentatori d’interpretarla. Se sará cosí provveduto
alli decreti di Trento, se sará vietato lo scrivere sopra quelli,
sará ovviato a gran parte di quello che si teme. Ma se anco
la Santitá sua proibirá ogni interpretazione anco alli giudici,
e ordinerá che in qualonque dubitazione si ricorri alla sede
apostolica per la interpretazione, nessuno potrá valersi del
concilio a pregiudicio della corte, e si potrá con l’uso e con
le dechiarazioni accomodarlo a quello che sará beneficio della