Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/423

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nota 417


geriti dalla lettura. Si direbbe che, rivedendo l’Istoria, forse a distanza di tempo dalla composizione, una visione piú complessiva e comprensiva dei fatti, una piú matura esperienza facessero cogliere all’autore aspetti nuovi e gli suggerissero quei giudizi rapidi, incisivi, alle volte mordaci, altre volte pieni d’un’ironia blanda o di filosofica serenitá, che denotano però non soltanto il persistere, ma il rafforzarsi, con gli anni, del suo atteggiamento critico di fronte al concilio ed alla curia romana. Il fatto meriterebbe una piú minuta analisi, che ci porterebbe troppo lontani dagli scopi e dai limiti della nota presente.

Quanto alle correzioni, consistono specialmente in sostituzioni di parole che meglio precisino il pensiero; pochissime sono di carattere grammaticale od ortografico. Il Sarpi infatti non è uno scrittore che si preoccupi di raffinatezze stilistiche: egli bada ad essere chiaro e preciso, non cerca di piú. Aggiungerò che il raffronto tra le parti di mano del copista e quelle autografe non dimostra diversitá ortografiche, sicché possiamo — è un fatto che conviene tener presente — con tranquillitá ammettere che il manoscritto rispecchi la grafia dello scrittore. Ora proprio in questo campo il De Dominis ha creduto di compiere opera meritevole ritoccando quasi ad ogni riga, sostituendo voci che gli sembrassero piú consone alla lingua letteraria, correggendo di proprio arbitrio i troncamenti delle parole, il giro della frase o del periodo, illudendosi di dare in tal modo al dettato del Sarpi un andamento piú aulico, di accostarlo ai modelli cinquecenteschi. Questo assiduo lavoro di ritocco è appunto il peggior servizio reso al Sarpi dal suo editore: linguisticamente, stilisticamente l’edizione londinese (e quindi le altre) rappresenta una deturpazione del dettato sarpiano. Si veda a qual grado di racconciatura può abbandonarsi il De Dominis:

Edizione 1619 Edizione nostra (sul ms.)
Il noncio non restò sodisfatto di questa risposta, e venne in resoluzione di replicare. E prima quanto alla causa, perchè non si fosse eseguita la sentenza del papa, e l’editto dell’imperatore contra Lutero, disse non sodisfare la ragione Il nuncio non restò sodisfatto di questa resposta e venne in resoluzione di replicare. E prima, quanto alla causa perché non fosse eseguita la sentenzia del papa e l’editto dell’imperator contra Lutero, disse non satisfare la ragione allegata che

Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - iii 27