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50 | l'istoria del concilio tridentino |
de’ vescovi de iure divino, che non levino la ierarchia e introducano un’oligarchia, o piú tosto un’anarchia. Aggionse anco
che, acciò Pietro ben reggesse la Chiesa, sí che «le porte dell’inferno non prevalessero contra di quella», Cristo vicino alla
morte pregò efficacemente che la sua fede non mancasse, e
gli ordinò che «confirmasse li fratelli», cioè gli diede privilegio
d’infallibilitá nel giudicio della fede, dei costumi e di tutta la
religione, obbligando la Chiesa tutta ad ascoltarlo e star confermata in quello che fosse determinato da lui. Concluse che
questo era il fondamento della dottrina cristiana e la pietra
sopra qual la Chiesa era edificata; e passò a censurare quelli
che tenevano esser alcuna potestá nei vescovi ricevuta da Cristo,
perché sarebbe un levar il privilegio della chiesa romana, che
il pontefice sia capo della Chiesa e vicario di Cristo. E si sa
molto bene quello che dall’antico canone Omnes sive patriarchæ
è statuito, cioè chi leva le ragioni delle altre chiese commette
ingiustizia, ma chi leva i privilegi della chiesa romana è eretico. Aggionse esser una mera contradizione voler che il pontefice sia capo della Chiesa, che il governo sia monarchico,
e poi dire che vi sia potestá o giurisdizione non derivata da
lui, ma ricevuta da altri.
Nel risolvere le ragioni in contrario dette, discorse che, secondo l’ordine da Cristo instituito, li apostoli dovevano esser ordinati vescovi non da Cristo, ma da Pietro, ricevendo da lui solo la giurisdizione: e cosí molti dottori cattolici anco tengono che fosse fatto: la qual opinione è molto probabile. Li altri però, che dicono li apostoli esser stati ordinati vescovi da Cristo, aggiongono che, ciò facendo, la Maestá sua prevenne l’ufficio di Pietro, facendo per quella volta quello che a lui toccava, dando agli apostoli esso quella potestá che dovevano aver da Pietro, appunto come Dio pigliò dello spirito di Mosè e lo comparti alli settanta giudici. Onde tanto fu, come se da Pietro fossero stati ordinati e da lui avessero ricevuto tutta l’autoritá; e però restarono soggetti a Pietro quanto alli luochi e modi di esercitarla: e se non si legge che Pietro li correggesse, ciò non esser stato per defetto di potestá, ma perché