Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/77

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libro settimo - capitolo v


voti suoi, acciò li potesse vedere; che li prelati di sua compagnia andavano per servizio di Dio e con buon animo verso la sede apostolica; che sperava la gionta dei francesi dover causare concordia nel concilio e dover esser causa di far attendere fruttuosamente alla riforma, senza aver rispetto alcuno alli interessi propri: e altre tal cose, le quali, se ben testificate dal Grassi e confermate dall’ambasciator Ferrier, però dalli pontifici erano credute per solo complemento, ma non ad effetto di tralasciar d’usare tutti li remedi disegnati e in Trento e in Roma.

Entrò il cardinale in Trento, incontrato un miglio discosto dal Cardinal Madruccio con molti prelati, e alla porta della cittá da tutti li legati, dalla quale sino alla casa del suo alloggiamento fu accompagnato. Cavalcò in mezzo delli cardinali di Mantoa e Seripando; il qual onore credettero esser necessario fargli, poiché il medesimo gli fu fatto dalli Monte e Santa Croce, allora legati in Bologna, nel tempo che il concilio era in quella cittá ed egli andava a Roma a pigliar il cappello. Egli la sera andò a visitar il Cardinal di Mantoa e, il giorno seguente, all’audienzia delli legati insieme con li ambasciatori Lansac e Ferrier. Presentò le lettere del re dirette al concilio, e vi fece sopra un longo ragionamento, mostrandosi inclinato al servizio della sede apostolica, promettendo di participar tutti i disegni suoi con il pontefice e con essi legati, né voler ricercar cosa alcuna se non con buona satisfazione di Sua Santitá; mostrò di non voler esser curioso in questioni inutili, soggiongendo che le due controversie dell’instituzione de’ vescovi e residenza, de quali si ragionava in ogni parte, sí come avevano diminuito dell’autoritá del concilio, cosí avevano anco levato assai della buona opinione che ne aveva il mondo. E quanto a sé, disse esser piú inclinato all’opinione che le afferma de iure divino; nondimeno, quando anco fossero certissime, non vedeva necessitá né opportunitá di venirne alla dechiarazione; che il fine del concilio doveva esser di riunir alla Chiesa quelli che erano separati; che egli era stato a parlamento con li protestanti e non li aveva trovati tanto differenti