Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/144

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84 lettere di fra paolo sarpi.

per Soría, dove va console. Per onorarlo, convenissimo alquanti venerdì a desinare, dove il signor Menino fece leggere la presente ode.1

Le cose che passano al mondo mi rendono sempre più attonito; ma sopra tutto quelle di Mattias. Non faccio dubbio che con lui non s’intendano il papa, il re di Spagna e li Gesuiti, come che questo sia. Lo aver Mattias concesso libertà di religione all’Austria e alla Moravia, dove l’imperatore l’aveva levata, io non la posso intendere: appresso di me è un mistero impenetrabile. Ma con Mattias vi è un Ungaro giovane, nobile e saputissimo, chiamato Setsch, il quale è stato autore già a Botsckai di ribellare, e poi s’accomodò coll’imperatore, e ora ha fatto ancora il séguito a Mattias.

Non son senza sospetto, che al presente anco le volpi siano restate ingannate. Che il Toledo venga per ingannare, non è cosa insolita, e al presente ingannerà forse persone che desiderano esser ingannate.

Delle cose delli Stati io non posso far buon pronostico, quando considero che hanno le confederazioni fatte con Inghilterra. Al contrario converrebbe trattare quel che fosse da fare, seguendo la guerra, non seguendo la pace.

Dell’armata spagnuola ancora non sappiamo bene quello che sii per avvenire. Fanno correre diverse nuove e avvisi; e sino adesso hanno fatto una bella impresa; ed è, che li Turchi hanno impalato il vescovo di Coron in Morea, con alquanti altri, per


  1. Non trovasi nemmeno quest’ode; come si disse ancora degli epigrammi mentovati nella Lettera XXIV.