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lettere di fra paolo sarpi. 101

quistare le arringhe fatte del 1594 in Parigi contra loro, sarà utile; ma più se potesse da qualche fuoruscito di loro penetrare qualche cosa delle secrete.

Si tiene qua l’istesso che costì dell’ambasceria di don Pietro, che sii maneggiata da loro, e per lungo tempo; nè si penetra il vero fine. Se ben la pace de’ Paesi Bassi pare esser lo scopo, io non lo credo: può essere che sii posta innanzi per un preambulo, ma è necessario che sii maggior cosa. Non si dubita che li movimenti veduti in Boemia non siino maneggiati da loro, se bene per ancora non sono scoperti, nè si vede dove mirino. Aspetto che il tempo mostri sprovvistamente qualche gran macchina: se poi per rovinar altri o sè stessa, Dio solo ne farà la disposizione.

Ho veduto una lettera scritta da costì, dove si dice che il padre Cotton1 averà principalissima parte nell’instituzione del Delfino. Mi rendo difficile a crederlo: pur alle volte Dio accieca da dovero quelli che spontaneamente non vogliono vedere.

Intesi già che un Inglese gesuita, ritirato poi nel regno, scrisse un libro che intitolò: De modo agendi Jesuitarum. Contra il quale li Gesuiti fecero una apologia, che io ho ben veduto, ma il libro contro essi non ho mai potuto vedere. Ho anche inteso che un Elia Hasenmullero, che fu prima gesuita, si ritirò in Zurich e scrisse li loro artificii;2 nè ho mai po-


  1. Personaggio assai celebre fra i Gesuiti, che era pervenuto a posseder la grazia di Enrico IV, sino a farsi suo confessore, e pel quale fu detto che quel buon re “aveva del cotone nelle orecchie.„
  2. Il libro di cui qui parlasi è intitolato: Historia Jesuitici Ordinis, in qua de ejus auctore, nomine, gradibus,