Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/172

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112 lettere di fra paolo sarpi.

Nel fine della sua lettera. V.S. fa scusa con me quale io doverei far con lei, perchè scrivo senza nissuna osservazione il mio concetto, come lo parlerei a bocca; ma costumo così, perchè appunto le lettere familiari vogliono uscire dall’animo senza affettazione.

Ella averà inteso la partita di qua di fra Fulgenzio minorita, e come a Roma sia stato ricevuto con favori grandi. Io confesso di non intendere la loro politica: può essere che la ragione voglia che così procedino, ma io son cieco per poter vederla. V.S. è risalutata dalli signori Malipiero e Molino, e dal padre maestro Fulgenzio; insieme con quali io le bacio la mano.

Di Venezia, il 16 settembre 1608.




XXXIV. — Al medesimo.1


Scrissi ultimamente a V.S. il 16 del presente, e ora tengo una sua delli 9. L’avviso della proposizione fatta da cotesti ministri spagnuoli (non escludo di questo numero il nuncio), se bene pare in prima faccia ridicola, come V.S. accenna; considerata però, non è tale, perchè si vede dove mira. Questi uomini non dicono mai alla prima quello che sentono: ma siccome nel far il papa non propongono mai prima quello che vogliono, ma un altro che riceve le opposizioni; così nelle proposizioni di Stato io veggo benissimo quale sarà la seconda, e quella che tenteranno di concordare col re.


  1. Edita: come sopra.