Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/204

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144 lettere di fra paolo sarpi.

del mio tempo, che so sarebbe meglio usato che da me, non che levarli il suo. Prego V.S. ringraziarlo affettuosamente per mio nome, e pregarlo insieme a farmi grazia solo di quello che può far copiare per mano d’altrui, e restar di occupare sè stesso nel rimanente.

L’assemblea tenuta costì ha operato molto col conservare le cose senza deterioramento. Non si può in questo tempo far cosa di meglio. L’elezione delli duoi deputati mostra che delli sei siino stati accaparrati li migliori; purchè ciò non sii fatto a studio per questa volta, acciò riesca più facile altrimenti un’altra. Ma frattanto passerano li due anni, e forse lo stato delle cose sarà migliore.

Dopo la partita di V.S. ho ricevuto sempre lettere di monsieur Castrino,1 il quale mostra nello scriver suo esser persona di sapere e giudicio esquisito; e io tengo molto obbligo a V.S., oltre tanti, per avermi fatto conoscere un tal gentiluomo.

Delle cose nostre e vostre, dirò, in una parola, che quel che succede tutto a favore dell’empietà, non ci debbe dar gran maraviglia, perchè è predetto dallo Spirito divino, e si effettua per adempire quella santa provvidenza. Dobbiamo compatire a chi è cieco, sebbene per sua colpa accecato.


  1. Non si conoscono le risposte fatte da Fra Paolo a questo signor Castrino, calvinista francese; di cui, d’altra parte, ci scarseggiano le notizie. Il Pallavini, nella introduzione alla sua Storia del Concilio di Trento, dice a lui indirizzate le Lettere che il Bianchi-Giovini pubblicò sotto i numeri XX e XXIV delle date in luce da lui medesimo; ed egli (il Giovini) suppone dirette al Castrino anche molte fra quelle che, nella stampa di Ginevra, vanno sotto il nome del Groslot.