Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/226

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166 lettere di fra paolo sarpi.


Questi buoni Padri fabbricano un solenne collegio in una piccola e sgraziata terra, che si chiama Castiglione, nel territorio Mantovano, distante da Brescia e da Verona 20 miglia da ciascuna. Quel luogo non ha tanti abitatori quante stanze preparano; e essi ardiscono pubblicare, ma sotto mano, che sarà per scolari bresciani e veronesi. La fabbrica si fa con tanta celerità, come d’una cittadella sotto quale s’aspettasse l’assedio: il rimanente resterà a giudizio di V.S. Quello che sarà fatto qui, non posso prevedere. Le dirò solamente, che essendosi scoperto che alcuni Trivigiani dovevano andar al loro collegio a Parma, è stato comandato a tutti quelli che hanno beni, di non uscir dello Stato per causa di studio. Usciamo dall’ipocrisia.

Quanto ad Avignone, quello ch’io so è, che avendo l’ultimo conte di Provenza, di razza spagnuola, sole figlie femmine, maritò la primogenita a Luigi IX santo, e altre altrove. Alla morte, si trovò l’ultima da marito, alla quale lasciò la Provenza per testamento. San Luigi pretese nullità, e che lo Stato fosse di sua moglie e se ne impossessò; ma dopo, diede l’ultima figlia del conte a Carlo d’Angiò suo fratello, cessali la Provenza. Di questo matrimonio viene dopo più successioni Giovanna, che vendè Avignone. Il punto adunque sta se san Luigi cesse al fratello la sovranità di Provenza, approvando il testamento del suocero, e confessando la sua moglie non avervi ragione, e sè usurpatore; o pur se gli concesse per grazia o per transazione l’utile, riservatasi la sovranità.1 Di questo ne ho scritto a lei, perchè è cosa


  1. Ogni più lieve cognizione della storia d’Italia di quei