Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/231

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lettere di fra paolo sarpi. 171

che nell’armadio del suo petto sono chiusi tutti i diritti; che può confinar tutti nell’inferno; in fine, che può anco render quadrato il circolo? Caduta quella falsa giurisprudenza, questa tirannide sparirà; ma la prima non può abradersi, se non venga distrutta quest’altra. Ma Dio le infrenerà tutte e due, quando sarà venuto il lor giorno.

Ho veduta la lettera del Lipsio trasmessa dalla fiera di Francoforte.1 Taluni de’ nostri lo giudicarono un profeta: tanto a sesta predisse lo stato attuale. Io non ne fo stima diversa; e confidando aver meco l’avviso d’ogni prudente, vo sino a prognosticare che una repubblica cresciuta e nata per forza di guerra, non può senza pericolo accettare le ragioni della pace; e tanto più che le è forza lottare contra gli artifizi di tali che si abusano della semplicità. Se l’antichissimo regno di Francia da lunga pace rafforzato, resiste a stento contro le arti di Spagna, che farà la repubblica de’ Batavi, la quale non ha fin qui veduta nè conosciuta la pace? Chiunque quella vuol salva, non doveva mai aprir le orecchie a parole di pace; e l’introdurre nel seno di lei nemici sì perfettamente ammaestrati negl’inganni, invece d’inviare ad essi i propri legati, fu opera di una stolta ambizione, la quale forse le costerà la stessa libertà. Io, con mio sommo dolore, non ispero nulla di bene per quella repubblica. Ma questo, sopra tutto, mi fa maraviglia; come mai un tale stato di cose che è a noi noto da molti mesi, rimase per


  1. Come quivi stampata in que’ tempi, col titolo di: Epistola deliberativa, an bellum, pax vel induciæ, Hispano in Belgio præstent. Un’altra edizione se ne fece anche in Leida, nel 1634.