Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/249

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lettere di fra paolo sarpi. 189

ha potuto restar d’intervenire alle esequie, e con brevi parole esprimere la sua parentazione, interrogando sè stesso e rispondendosi per star più secreto, e dicendo: Cur sacrilegorum pœnis periit? Quia Filium Dei se fecit.

Il rumore, che si sparge costì della confidenza delli padri Gesuiti con la Francia, ha bonissimi fondamenti, perchè adoperano cotesto re per mantenere le loro leggi contro li abusi che s’introducono in Spagna, dove si danno prelature alli loro socii contro l’instituto. Ma sono cattivi bracchi quelli che non sentono l’odore della volpe.1 Non posso credere che costì le arti loro resteranno non scoperte. È più possibile separare l’identità da sè stessa, che il Gesuita dallo Spagnuolo; e se anco in questa ci lasceremo ingannare, si potrà ben dire con nostro gran merito...

Tra tutte le cose che io odo volentieri, tengono il primo luogo le risoluzioni di cotesto Parlamento nelle cause ecclesiastiche; e il minuto conto che V.S. mi ha dato nell’ultima sua della pretensione e dispensa di monsieur di Héros, mi è stato sopra modo grato: il quale quando non fosse stato così minuto, m’averebbe costretto ad importunarla per aver tutti li particolari. La ringrazio di ciò molto. Ma V.S. mi dice che la dispensa costò 500 ducati, e m’aggiunge che se monsieur di Héros obtinuisset, Pontifex delusus fuisset. Non posso restar di dirle, che la corte romana, oltre le altre condizioni della


  1. Di rado ci accadrebbe lodare il Sarpi di eleganza; ma questo o ditterio o sentenza o proverbio merita bene di essere catalogato tra i più ingegnosi e leggiadri Proverbi (ci lascino dire il vero nome) Italiani.