Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/250

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190 lettere di fra paolo sarpi.

buona femmina, ha il belletto, e non si può conoscere se arrossisca; e quando anco ciò succedesse, si contenta d’ogni derisione ricompensata con 500 ducati.

Ho scritto al signor ambasciatore il modo di fare capitare qui qualche libro per via di Torino. Tutto sta aver persona in Lione che lo riceva e ricapiti; perchè quando questo si avesse, facil cosa sarebbe che con le mercanzie o per qualche commodità si mandasse da costì a Lione, e parimente da Lione, con qualche occasione, a Torino; di dove poi si farebbe venir qua salvamente. Prego V.S. con qualche opportunità tenerne ragionamento con detto signore. Ho gran desiderio d’informarmi dalle devozione de’ padri Gesuiti un poco più di quel che sono: il che mi costringe ad esser molesto alli miei padroni.

Prego V.S. di fare li miei riverenti baciamani al signor di Thou e al signor Gillot, il quale riverisco come debbo. L’elogio del re, che V.S. mi mandò, lo voglio veder con commodo, e poi le dirò il mio parere. Al signor Casaubono scrivo con occasione di mandarli certa scrittura: oltre la lettera, prego V.S. farli umile riverenza. Mandai a’ giorni passati la lettera a Ferrara. Non ho ancora ricevuto risposta. Domani manderò quella che m’ha inviato per questo spaccio. E qui facendo fine, a V.S. bacio la mano.

Non posso però finir ancora, bisognando dolermi della mia mala fortuna. Se tutti li cardinali andaranno a Roma, adunque Perron1 non finirà il libro


  1. Può vedersi la fine della Lettera XLIII e la nota