Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/252

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192 lettere di fra paolo sarpi.


Per questo spaccio non ho ricevuto lettere di V.S.: credo che non saranno giunte a Parigi alla partita del corriere. Non intendo parlarsi cosa alcuna del duca di Sully: crederò che le cose saranno svanite, ed egli non più molestato; massime intendendo che il re non abbia intiero gusto di Don Pietro. Mi pare anco che le cose della tregua non siino trattate con quel fervore, e che più tosto il mondo inchina a credere che non seguirà. Ma in Germania le cose tuttavia si turbano più. Il re Matthias ha stampato una dichiarazione contro li suoi soggetti d’Austria: che mi fa credere non esserci forze, poichè viene disputato da un principe di tanto titolo con scritture; e massime, essendovi superiore l’imperatore, e la dieta dell’imperio, che protesta da ogni scrittura.

Qui li disgusti seguono: non si verrà a rottura, perchè ambe le parti l’abboriscono; ma materia ci è. Non ho voluto lasciar andar questo corriere senza mie lettere a V.S., in testimonio, che mi riconosco debitore di tener assidua memoria di lei, per le molte grazie che quotidianamente ricevo; fra le quali stimo molto l’avermi fatto conoscere monsieur Castrino, che mi favorisce continuamente con sue lettere. Io non posso rendergli contraccambio così di questo, come della diligenza che usa per farmi venir libri. Prego V.S. che, aiutandomi a pagar questo debito, voglia ella ringraziarlo. Già ho ricevuto gran parte dell’Assenmullero: mi scrive anco di mandarmi De modo agendi, e che spera aver


    non vera nelle dottrine, dignitosa nell’esposizione e per altri titoli degna di lode.