Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/257

Da Wikisource.

lettere di fra paolo sarpi. 197


Lessi con diligenza e ponderai l’istoria del consiglier Bigami. Avesse il ciel voluto che la lite si fosse sbrigata e finita coll’arresto! Ma se il nunzio ha tremato per se, basta. Con gran piacere ricevei i carmi dell’Oiselio; i quali non avevo ancora veduti: sì grande rinomanza hanno! Nè gli ho letti per ora; ma come prima potrò, ho in animo di scorrerli tutti, perchè vedo di gran voglia tutto che a’ Gesuiti si riferisca. E dell’avermegli inviati la ringrazio con tutto il calore.

Per quest’invernali impacci delle vie, sì tardi ci giunge il corriere, che m’è forza riscrivere a gran fretta e senza le debite cure. La prego però a menarmi buone le mie fanfaluche. Ogni dì più cresce la soma degli obblighi che le ho per le sue moltiplici cortesie; nè veggo modo a sdebitarmene mai. Abbia, la supplico, in luogo dell’opera la volontà. Stia sana, e vogliami lo stesso bene. Tanti saluti di cuore a Casaubono.

Venezia, 3 febbraio 1609.




LVII. — Ad Antonio Foscarini.1


Mandai domenica, che fu il giorno dell’arrivo del corriere, quella di V.E. a Sciampignì2 per un suo amico. Mi riferisce oggi il portatore, che l’aprì in sua presenza e che fece allegrezza. In fatti, la sua debolezza è pasciuta da simili dimostrazioni di rispetto. Quei del Collegio faranno questa settimana,


  1. Edita in Capolago ec., pag. 155.
  2. Allora residente per la corte di Francia in Venezia.