Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/281

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lettere di fra paolo sarpi. 221

l’altro non mi ricordo dove sia stampato, ma bene fu ne’ tempi stessi, 1572. Farò ogni opera per acquistarne un esemplare, e lo manderò.

Le tre dispute tenute a Sedano sono una molto buona digestione di quella materia. Avevo speranza che fossero bastanti per far conoscere, il che vuol dire distruggere, quella tirannide, quando N.S. non l’avesse riservata al suo avvenimento. Delle cose nostre le posso dire in grosso, che camminano al medesimo modo, e possiam dire il sonetto del Petrarca:
                                   “Pace non trovo, e non ho da far guerra.„
Crescono ordinariamente i disgusti, ma non si può venire ad effetti per le cause molto ben note. Dopo fatta la guerra se si rimetteranno nel fodero le armi germaniche, potremo dire d’aver una pace Ottaviana:1 nondimeno, con poca speranza di continuazione, sentendosi in ciascuna regione disgusti notabili ed inaccomodabili.

Mi piace che in Limoges e Poitiers s’incomincino a conoscere i Gesuiti. Qua non muovono per anco parola di ritornare: credo che ci disegnino, nè posso indovinare se lor verrà fatto in caso di qualche mutazione del mondo. Questo ricerca spirito di profezia; ma per via di negozio, possono ben tenere la cosa per disperata. Stupisco come in Germania non si facciano nominare, e forse che aspettano maggior opportunità di comparire a far la parte loro. Ho ricevuto l’esemplare scritto delle loro Regole, ma non ho ancora potuto vederlo se non che superfizialmente: però, per la prima vista datagli, spero che sarà cosa per me.


  1. “Cioè, pace generale, come ai tempi di Ottaviano Augusto.„ (Bianchi- Giovini.)