Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/304

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244 lettere di fra paolo sarpi.

per non far ridere. O andate ora e non ridete, se è possibile; stantechè torni inutile riferire con quali commenti alle parole di Paolo facciansi giuoco di noi. Basti dire che cavan di lì la supremazia del papa su tutti i re e principi. Ma di questo non più.

Della lega fatta dal duca di Borgogna, dai conti e dalla nobiltà gallica contro il clero, cui si provò a rompere Innocenzo IV con donativi ad essi e benefizi a’ loro affini, dice copiosamente Matteo Paris nell’Istoria d’Inghilterra, all’anno 1247; e, per quanto l’ho a mente, enumera gli articoli dell’alleanza. E da ultimo ricorda, come Lodovico la sanzionasse, e il re inglese lo stesso temperamento adottasse ne’ suoi Stati: sol parmi che l’approvazione del re non venisse subito dietro a quel contratto, ma alcuni mesi dopo; come si conta, in seguito a molte intramesse, ancora da Matteo.

Io ho spesse volte in animo di scriverle cose che poi, per sùbiti accidenti, mi fuggono di mente. Ora son tutto nelle materie beneficiarie, atteso l’affare del monastero di Vangadizza; ma il Senato non ha preso ancora nella causa risoluzione di sorta. L’abbate, avuta la instituzione dai religiosi, è in possesso; il Borghesi si struggerebbe a cacciarlo: ma sul fatto del possedere, guardasi dal muover lite dinanzi al magistrato secolare; sì bene intende a contrastarne il titolo legittimo, e non per via di citazione dell’abbate, ma del procuratore dell’Ordine, che dimora in Roma, e col quale (ne ho buon prognostico) saprà giuocare di finta schermaglia agli altrui danni. È tal negozio questo, che o verrà di tutta agevolezza a un aggiustamento, o fors’anco a lotte ardentissime. L’inghiotte male il pontefice, che vuole empir l’epa al