Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/314

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254 lettere di fra paolo sarpi.

mancano; ma io faccio ogni cosa acciò vadino in silenzio, con questa opinione, che il così fare non solo sia il mio debito particolare, ma ancora serva a molti buoni fini, che quelli i quali vedono la cosa da lontano non possono scorgere com’io, che lo veggo qui. V.S. tenga per sicuro, che se Ella fosse qui, sarebbe dell’istesso parere che son io.

Intendo che sarà presto da lei il signor Bongars. Ella intenderà qualche particolarità delle cose dei Svizzeri e di Germania. Se ci sarà alcuna cosa delli Gesuiti di Friburgo o d’altro luogo, che meriti esser saputa, la pregherò farmene parte. Il padre Fulgenzio e il clarissimo Molino la risalutano affettuosamente, e io le bacio la mano con il solito affetto; assicurandola che le sue lettere quanto più sono spesse, maggiormente mi riescono grate; come ancora agli altri due amici qui sopra cennati.

Di Venezia, il dì 8 giugno 1609.




LXXVI. — Ad Antonio Foscarini.1


Buona nuova è quando insieme viene avviso dell’infermità e della sanità ricuperata. È da credere che la febbre patita da V.E. tre giorni sono, sia stata una purgazione fatta dalla natura dei mali umori aggregati per lo patimento del viaggio, fatto in tempi così aspri: per il che più mi rallegro, che mi dolgo.

Gli uomini del re d’Inghilterra hanno tutti al-


  1. Tra le raccolte in Capolago ec., pag. 175.